Slobodanka Ciric torna a scrivere d’amore e lo fa con la sua riscrittura del “Cantico dei Cantici”. Presentazione a Napoli al Maschio Angioino.
L’anteprima è nell’Antisala dei Baroni al Maschio Angioino (giovedì 22 luglio alle 16.30). Il volume edito da “La città del Sole”, prefazione del professore Pasquale Giustiniani, illustrato con le tavole della giovane artista Mila Maraniello, curatrice anche Silvana Guida.
Slobodanka Ciric, scrittrice serba trapiantata a Napoli, presenterà in un incontro al Maschio Angioino, moderato dal giornalista e sociologo Giuseppe Giorgio, che vedrà tra gli altri, gli interventi del presidente del Consiglio Comunale, Alessandro Fucito, della pittrice Mila Maraniello, della curatrice Silvana Guida, della museologa e antropologa, Daniela Marra e del critico d’arte Deborah Di Bernardo.
L’evento sarà arricchito dai contributi fotografici di Gianni Biccari e dalle interpretazioni degli attori Maria Giusy Bucciante e Kurush Giordano Zangaro pronti a dare voce e anima alle pagine del “Cantico”.
Così Slobodanka Ciric si esprime sul suo lavoro:
La riscrittura del Cantico rimane un canto d’Amore, per quanto possibile, aderente al testo di partenza. Rispecchia lo stato d’animo di una donna matura che, ormai sola, si trova ad essere alla ricerca di un amore stabile e vero, totalmente alieno al mondo odierno, traviato e travolto da dubbi e incertezze. La mia Sulammita, che nel testo chiamo Liberata (la traduzione del mio nome in italiano), raccoglie in sé reminiscenze di Lilith, di Eva, della Concubina di Levita, di Agar, di Dina, di Tamar, della Figlia di Jefte, di Susanna, di Miriam, di Donna Sapienza e di Donna Follia, della ninfa Siringa e della Dea Ecate e, attraverso il suo cercare l’Amore, vuole raccontare la Storia dell’umanità, confusa e smarrita nella spasmodica ricerca di un Dio da seguire e amare incondizionatamente. Dio non viene nominato mai, ma la sua presenza è costante, celata nei numerosi riferimenti che riportano alle tre principali religioni monoteiste e ad altre politeiste. Benché sia cresciuta nel comunismo e mi sia avvicinata al testo biblico come ad un testo storico, le mie radici cristiane e la fede cristiana ortodossa si affacciano dal pertugio dell’Io più intimo, all’inizio timidamente, ma poi, man mano, prendendo forma e trasformando il viaggio iniziatico in un viaggio compiuto e la descrizione dell’Amato in un inno a Gesù.