Capozanarky: “Vivo lontano da Napoli, ma non dimentico le mie origini” (Intervista)


Vincenzo Furiano, in arte Capozanarky, ha da poco compiuto 16 anni ma, nonostante la giovane età, ha già raggiunto una discreta notorietà nel mondo della trap. Napoletano d’origine, Vincenzo è cresciuto a Voghera senza, tuttavia, dimenticare le proprie radici.

Il suo primo singolo da solista è “Fridd nguoll“. Il singolo ha ottenuto subito un ottimo riscontro. Con oltre 100.000 stream su Spotify, il brano è stato inserito in ben tre playlist editoriali.

Capozanarky: “Vivo lontano da Napoli, ma non dimentico le mie origini”

Abbiamo avuto il piacere di scambiare alcune chiacchiere con Capozanarky. Ecco cosa ci ha raccontato.

– Capozanarky è il tuo nome d’arte. Da dove nasce?

Inizialmente il mio nome d’arte era Zzelie (con due zeta) perchè il cognome di mia madre è Zerlenca. A Voghera un gruppo di amici sbagliò ad indicare il cognome di mia madre e da quell’errore nacque Zzelie. Mi piacque subito come nome d’arte. A quell’epoca avevo circa 13 anni, registravo musica con il telefonino. Non avevo neanche un microfono.

Successivamente ho capito che dovevo evolvermi. Allora ho acquistato un microfono e ho iniziato a guardare la musica con occhi diversi, con maggiore professionalità, A quel punto ho deciso di cambiare tutto, compreso il nome. Capozanarky è la composizione di Capo e Anarchia. Quando ho deciso di cambiare, ho pensato che la mia musica doveva essere diversa, fuori dagli schemi, fuori dalle regole. La mia era una forma di anarchia ed io ero il promotore di quell’anarchia musicale. Così ne ero il capo. Ho collegato Capo e Anarchia con la Z per dare anche al nuovo nome un accenno alle mie radici (la Z del cognome di mia madre). E’ così è venuto fuori Capozanarky.

– Vivi a Voghera, ma canti in napoletano. Sveliamo il mistero.

Vivo a Voghera, ma sono nato a Napoli e una parte della mia vita l’ho vissuta lì. Mi sento molto legato alle mie origini, alla mia città natale. Ci torno spesso, seppur per brevi periodi. Vivo lontano da Napoli, ma non dimentico le mie origini, anzi ci tengo ad evidenziarle. Nei miei brani c’è sia dialetto napoletano che lingua italiana.

– Da cosa trai ispirazione?

Potrei dirti tante cose, ma preferisco farti degli esempi. “Fridd nguoll’ è nato attraverso una collaborazione con Yung Snapp, che è un grandissimo produttore. Un giorno Snapp mi ha inviato un beat. Quando l’ho sentito ho avuto un brivido. Quel beat mi ha fatto istantaneamente rivivere alcuni momenti della mia esistenza. Ho ripercorso con la mente alcuni episodi che hanno contribuito in modo determinante alla formazione del mio essere. Sembrava quasi la colonna sonora della mia vita. E’ stata un’emozione molto forte che mi ha fatto accapponare la pelle. Così sono nate le strofe di “Fridd nguoll”.

Il beat di “Sangue salato” mi è piaciuto subito, ma l’ispirazione è arrivata il giorno quando l’ho riascoltato. Il beat mi è stato inviato dal grandissimo DJ Princex. “Sangue salato” è un prodotto più duro, più da scugnizzo.

– A quale dei tuoi brani ti sei maggiormente legato e perché?

I brani ai quali sono maggiormente legato sono due: “Dio Perdonami” per via delle collaborazioni. E’ un brano composto da 6 persone che mi ha permesso di crescere artisticamente e che ha ottenuto un grande successo. Per questo brano avevo buone aspettative e i risultati sono stati addirittura maggiori delle aspettative. Oltre a “Dio Perdonami”, non posso non essere legato a “Fridd nguoll” che come ti dicevo è il mio primo singolo da solista.

– Che cosa rappresenta per te la musica?

La musica per me rappresenta “il riscatto”. Da bambino mi sono sentito in qualche maniera bullizzato. Ero sempre il più piccolo, il più sottovalutato. La musica mi ha permesso di emergere, di mostrare agli altri ed anche a me stesso cosa sono in grado di fare. Non ho studiato per fare musica, ma man mano che crescevo la mia necessità di dire, di comunicare, è diventata sempre più impellente. La musica è stata il mio tramite. Attraverso la musica ho messo a fuoco le mie capacità e ho mostrato agli altri ciò che avevo da dire.

– Progetti per il futuro? Quali sono i sogni di Capozanarky?

Il primo progetto è “Farcela!”. Oltre a raggiungere una certa notorietà e un discreto successo, mi piacerebbe poter far del bene. Sono una persona particolarmente sensibile – e proprio da questa mia sensibilità nascono i miei testi. Mi piacerebbe raggiungere un certo successo anche per avere la possibilità di aiutare chi è meno fortunato, chi si trova in difficoltà, così come mi piacerebbe poter fare qualcosa anche a favore degli animali, in particolare in favore dei cani che sempre più spesso restano abbandonati per strada e vengono raccolti dai canili. Naturalmente anche alla mia famiglia che mi ha sempre supportato, è rivolto il mio pensiero.

– Quali sono i canali social attraverso i quali i tuoi fan possono seguirti?

E’ possibile ascoltare i miei brani su Youtube dove ci sono diversi video, su Spotify, Deezer, Instagram e in generale su tutti i digital stores.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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