Il governo decide sulla giustizia, ma non la data delle elezioni

Il percorso complicato del Consiglio dei Ministri per approvare la riforma del processo penale fa rinviare la scelta della data sulle prossime elezioni amministrative, che dalla primavera sono state spostate in autunno per la situazione pandemica e che comunque dovrebbero tenersi non oltre la metà di ottobre.

Aspettano dunque di capire quando si potranno consegnare le liste e definire i dettagli delle coalizioni città importantissime come Roma, Napoli, Milano, Torino, Bologna e tante altre, così come si dovranno tenere le regionali in Calabria e le elezioni suppletive politiche in alcuni collegi.

In quello di Siena sarà candidato il segretario del PD Letta, sostenuto “con serenità’ anche da Italia viva di Matteo Renzi, che si prese nella legislatura precedente la sua poltrona di presidente del Consiglio.

Conte avrebbe voluto rinviare

Giuseppe Conte avrebbe voluto invece rinviare la riforma della Guardasigilli Cartabia a dopo la votazione interna dei 5 stelle sulla nuova piattaforma, che dovrebbe ratificare la sua elezione a presidente del movimento. Ma il premier Draghi e la ministra Cartabia hanno lavorato alacremente per evitare il rinvio e scongiurare l’astensione della delegazione dei 5 stelle al governo, costringendo tutte le forze politiche di maggioranza a votare compatte in aula la riforma a partire da domenica 1 agosto.

La concessione a Conte è stata minima, rispetto all’impianto sulla giustizia del suo governo precedente con il discusso Guardasigilli Bonafede, che aveva cancellato la prescrizione nel processo penale.

Comunque per i reati riguardanti l’associazione mafiosa, ma anche lo spaccio di droga, la violenza sessuale, il terrorismo e l’eversione i giudici di Appello e di Cassazione possono disporre una proroga del periodo processuale in presenza di condizioni riguardanti la complessità del processo o delle questioni di fatto e di diritto, emettendo un’ordinanza motivata e comunque ricorribile in Cassazione.

Il periodo di proroga per i reati aggravati di cui all’articolo 416 bis non può essere disposto oltre i due anni. Nonostante i mal di pancia di Conte, che deve accontentarsi di queste concessioni anche per la linea governista espressa dal suo ministro degli Esteri Di Maio, il testo passa all’unanimità in Consiglio dei ministri con l’impegno di tutti i partiti della maggioranza a ritirare gli emendamenti.

La soddisfazione del Guardasigilli Cartabia

A fronte della sconfitta di Conte, che deve fare buon viso a cattivo gioco, dicendo di aver fatto il possibile per migliorare la riforma e di poter garantire comunque in aula il massimo della compattezza possibile del movimento 5 stelle, si registra la grande soddisfazione del Guardasigilli Cartabia.

La ministra Marta Cartabia festeggia proprio nel giorno del suo onomastico l’approvazione in consiglio della sua riforma, che almeno apparentemente rende felici tutti, tranne i grillini, che comunque si allineano, accontentandosi delle modifiche sui reati prima specificati. Il PD con il capogruppo alla Camera Debora Serracchiani in particolare tiene a sottolineare, come una  vittoria del suo partito, la gradualità dell’entrata in vigore della riforma, mentre forza Italia con il ministro Maria Stella Gelmini mette l’accento sulla visione garantista del nuovo processo penale.

Una legge “salva ladri e salva politici”

A parlare malissimo del testo approvato dal governo sono il partito d’opposizione Fratelli d’Italia e l’ex cinque stelle Alessandro Di Battista, che addirittura definisce il nuovo impianto sulla giustizia penale una legge salva ladri e salva politici, ma anche esponenti di primo piano della magistratura come il procuratore Gratteri, che ha bocciato su tutta la linea la struttura di questa riforma, definita come la peggiore possibile.

 


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