Uno dei primi sindaci donna dell’Afghanistan ha affermato domenica, in alcune dichiarazioni rese alla stampa, che sta “aspettando che i talebani vengano a cercarla“, mentre i militanti islamici hanno raggiunto la capitale, Kabul.
“Sono seduta qui ad aspettare che arrivino. Non c’è nessuno che aiuti me o la mia famiglia. Sono semplicemente seduta con loro, con mio marito, senza paura. Sono sicura che verranno a minacciare le persone come noi, ma non li temo“, ha detto Zarifa Ghafari, sindaca di Maidan Shar, al quotidiano The Guardian. “Non voglio lasciare la mia famiglia, ed in ogni caso non ho dove andare“.
http://gty.im/1205063991
La ventisettenne Ghafari è, al momento, il più giovane sindaco in Afghanistan, nonché la prima donna a ricoprire tale carica a Maidan Shar, nella provincia di Wardak.
In alcune dichiarazioni rilasciate appena la settimana scorsa, Ghafari affermava di nutrire ancora speranze per il proprio paese: “Le persone più giovani sono consapevoli di ciò che sta accadendo. Hanno i social media. Comunicano. Penso che continueranno a lottare per il progresso e per i nostri diritti. Credo che ci sia un futuro per questo paese“.
Ghafari è stata nominata nell’estate del 2018 dal presidente Ashraf Ghani, come riportato dal New York Times. Anche se c’erano già stati casi di governatori e di sindaci donna in Afghanistan, come osservato dal quotidiano britannico Times, lei è una delle poche donne ad aver mai ricoperto un incarico di governo in una città conservatrice e tradizionalista come Maidan Shar. Già in precedenza si era espressa con parole forti circa la possibilità che un nuovo regime fondamentalista potesse soggiogare la popolazione Afgana, dicendosi disposta a fare “tutto il necessario” per impedirlo.
Il Presidente Ghani è fuggito dal paese domenica, quando i Talebani hanno cominciato ad avvicinarsi alla capitale Kabul ed a prendere il controllo completo della nazione, dopo una settimana in cui una città dopo l’altra è caduta sotto il giogo dei militanti, a causa della fine dell’operazione militare, di durata ventennale, da parte degli Stati Uniti in Afghanistan.
Il portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid, ha promesso domenica che la vita delle donne e degli oppositori politici sarà protetta, e che nulla verrà fatto loro, arrivando ad ipotizzare la possibilità di continuare a far ricoprire posizioni governative alle donne, purché ciò avvenga “nel rispetto della sharia“.
Mujahid ha riferito che i combattenti talebani sarebbero rimasti “in attesa in tutta la città di Kabul, fino al raggiungimento di un pacifico e soddisfacente trasferimento di potere“. In un’altra dichiarazione resa ad NBC News, un portavoce talebano ha riferito che i combattenti che entrano a Kabul sono disarmati, secondo le istruzioni fornite dai propri comandanti.
L’avanzata dei Talebani ed il conseguente crollo del governo hanno causato la fuga di un gran numero di civili dalle proprie case, alla ricerca di un rifugio sia dai combattimenti che dal ritorno del regime islamista, che governava il paese prima del 2001.
“Va certamente sottolineato come la situazione sia peggiorata in maniera molto più rapida di quanto molti analisti preventivavano, sia qui negli Stati Uniti che altrove. Siamo stati presi alla sprovvista, ma continuiamo a monitorare la situazione con attenzione” ha affermato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan sul programma NBC Today.