Martin Adler e l’incontro con i bambini salvati nel 1944

Non è un romanzo la storia di Martin Adler, il soldato americano che nel 1944 salvò tre bambini lungo la Linea Gotica, sull’Appennino bolognese. E’ una storia vera che ha avuto un doppio lieto fine: la salvezza dei bambini e l’incontro avvenuto 77 anni dopo tra Adler e i tre bambini salvati.

Martin Adler e l’incontro con i bambini salvati nel 1944

Adler aveva 20 anni quando nel 1944, dopo la liberazione di Monterenzio dai nazifascisti, salvò tre bambini che trovò nascosti in una cesta.  Di quel momento Adler custodiva una foto che lo ritrae insieme ai tre piccoli. E’ stato proprio grazie a quella foto e all’appello rivolto dalla figlia Rachelle che, dopo mesi di ricerche, è avvenuto il miracoloso incontro.A 97 anni Adler è partito da Miami ed è atterrato all’aeroporto di Bologna dove ad attenderlo c’erano Bruno, Giuliana e Mafalda, i fratelli Naldi salvati nel 1944.

“Ho aspettato tutta la vita questo momento”, ha detto Adler nel rivedere “i suoi bambini” ora nonni ed anche bisnonni.

Un viaggio a ritroso nel tempo

Un viaggio a ritroso nel tempo quello che compiuto da Adler. Dopo Monterenzio, dove Adler ha ricevuto la cittadinanza onoraria, l’ex soldato americano è stato a Monghidoro e al Museo della Linea Gotica Toscana di Ponzalla-Scarperia (FI).

Ora è a Napoli, dove Adler ha rivisto l’ospedale “Monaldi” dove era stato ricoverato per tre mesi a causa delle ferite riportate sull’Appennino emiliano. Sosta anche sul Monte Faito per godere del panorama più bello del Golfo di Napoli. Imperdibile tappa per un appassionato di fotografia come lui. Ultima tappa del suo viaggio in Italia sarà Roma,

Nel libro I bambini del soldato Martin (Corsiero editore), scritto dal giornalista e scrittore Matteo Incerti, è narrata la straordinaria vita di Adler e le sue passioni, quella per la fotografia e per il disegno.

“I bambini del soldato Martin” è disponibile anche su Amazon

Sinossi: Martin Adler è un giovane americano, figlio di immigrati ebrei ungheresi. Poco più che ventenne decide di arruolarsi e partire per combattere il nazifascismo in Europa. Prova sulla propria pelle l’odio razziale da parte di alcuni commilitoni, ma non demorde e nel 1944 sbarca alle pendici del Vesuvio. Diventa parte della compagnia D del 339° reggimento, una squadra da combattimento con armamento pesante: mortai, cannoni e mitragliatrici. Avanzando verso nord, dapprima sulla linea Gustav e poi sulla linea Gotica, diventa un cecchino, perdendo la propria innocenza. Martin, tuttavia, esorcizza l’orrore della guerra scattando centinaia di fotografie e disegnando cartoline, che spedisce alla famiglia in America.
Nei pressi di Monterenzio, nel bolognese, si fa ritrarre in uno scatto che, alcuni decenni dopo, ha fatto il giro del mondo. Il soldato è insieme a tre bambini, che la madre aveva nascosto in una cesta di vimini, per proteggerli dai tedeschi. Quell’incontro rimane impresso in modo indelebile nei suoi ricordi e, grazie a un appello lanciato sui social network, Martin Adler riesce a realizzare il desiderio di ritrovarli.
Sarebbe, però, un errore pensare che la sua storia, durante la campagna d’Italia, sia tutta qui. Martin è un uomo che ha cercato la leggerezza anche nelle situazioni più drammatiche, regalando sorrisi e “cioccolata” da Napoli al Trentino, realizzando persino un vino “da trincea”. Una volta rientrato in America, ha lottato appassionatamente per i diritti dei più fragili.
«Sono felice, di non aver premuto il grilletto quel giorno di ottobre del 1944 nella valle dell’Idice sull’Appennino bolognese. Invece di uccidere, scattai una fotografia e ora mi accorgo che non solo salvai tre bambini, ma tutte le persone che sono nate grazie a quel gesto. Nate proprio da Giuliana, Mafalda, Bruno, diventati madri, padri, nonni e bisnonni. Come me. Ecco l’importanza generazionale di un piccolo gesto di vita […] Per tutta la vita, nel mio piccolo ho cercato di trasmettere quello che questi volti sconosciuti, immortalati tante volte dalla mia 35 millimetri, proprio come quelli di Bruno, Mafalda e Giuliana, mi hanno insegnato. Dona, senza chiedere nulla in cambio e riceverai vero amore».
Una parte dei diritti del libro “I bambini del soldato Martin” saranno destinati alla Scuola nel Bosco di Siano (Salerno).

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