Castellammare di Stabia – Lorenzo Marone ospite del nono appuntamento della rassegna letteraria “Quisilegge – Il Festival del Libro a Stabia”.
Sulla splendida terrazza del Palazzo Reale di Quisisana, lo scrittore napoletano, moderato dal prof. Pierluigi Fiorenza che con grande professionalità ed altrettanto garbo accoglie i prestigiosi ospiti della rassegna culturale, ha parlato al pubblico delle sue “ossessioni”, quella per il tempo che scorre e quella del rischio di ammalarsi, narrando simpatici stralci di vita vissuta e fornendo anticipazioni su alcuni dei suoi progetti.
“Il bosco di là” di Lorenzo Marone
Imminente l’uscita del suo nuovo racconto “Il bosco di là” (Aboca Editore) che ha come protagonista Matteuccia, una partigiana, ora divenuta anziana e muta.
Sinossi: Matteuccia è stata partigiana per necessità più che per scelta. Era staffetta, portava ai soldati viveri, medicinali, armi e comunicazioni. Matteuccia però non s’era mai sentita una guerriera, vedeva le cose a modo suo. Alla fine del conflitto si allontana dal mondo degli uomini, rifugiandosi sotto la grande quercia, quella nel “bosco di là” come lo chiamano gli abitanti del paese. Il passato le ha tolto la voce e non le dà tregua. In paese la considerano una mezza matta, perchè della guerra nessuno ricorda più ciò che hanno fatto le donne.
“Questo racconto – ha detto ieri sera l’autore durante l’incontro alla Reggia di Quisisana – rappresenta un’occasione per parlare di queste donne spesso dimenticate dalla storia, ma che hanno dato un contributo fondamentale al movimento di liberazione nazionale in un momento così drammatico della nostra storia.”
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Da “Tutto sarà perfetto” presto un film
Nel corso della serata, Marone ha annunciato anche che “Tutto sarà perfetto” (qui trovate la nostra recensione) presto diventerà un film e che probabilmente sarà egli stesso a dirigerlo. Al momento ne sta curando la sceneggiatura.
“Tutto sarà perfetto” – Sinossi: La vita di Andrea Scotto è tutto fuorché perfetta, specie quando c’è di mezzo la famiglia. Fotografo quarantenne, single e ostinatamente immaturo, Andrea ha sempre preferito tenersi alla larga dai parenti: dal padre Libero, comandante di navi a riposo, procidano, trasferitosi a Napoli con i figli dopo la morte della moglie, e dalla sorella Marina, sposata, con due bambine e un evidente problema di ansia da controllo. Quando però Marina è costretta a partire e a lasciare il padre gravemente malato, tocca ad Andrea prendere il timone. È l’inizio di un fine settimana rocambolesco, in cui il divieto di mangiare dolci e fritti imposto da Marina è solo uno dei molti che vengono infranti. Tallonato da Cane pazzo Tannen, un bassotto terribile che ringhia anche quando dorme, costretto a stare dietro a un padre che si rifiuta di farsi trattare da infermo e che continua a sorprenderlo con richieste imprevedibili, Andrea sbarca a Procida e ritorna dopo anni tra le persone e i luoghi dell’infanzia, sulla spiaggia nera che ha fatto da sfondo alle sue prime gioie e delusioni d’amore e tra le case colorate della Corricella scrostate dalla salsedine. E proprio in mezzo a quei contrasti, in quell’imperfetta perfezione che riporta a galla ferite non rimarginate ma anche ricordi di infinita dolcezza, cullato dalla brezza che profuma di limoni, capperi e ginestre e dal brontolio familiare della vecchia Dyane della madre, Andrea trova finalmente il suo equilibrio.
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