“Cry Macho” – L’ormai anziano Mike Milo (Clint Eastwood) ha alle spalle un passato da campione di rodeo e addestratore di cavalli e un presente, datato 1979, nel quale accetta per riconoscenza di recarsi in Messico per rintracciare e riportare a casa Rafo (Eduardo Minett), il figlio adolescente del suo capo Howard (Dwight Yoakam), e il suo gallo da combattimento di nome Macho. Tra mille difficoltà comincia così un viaggio che darà una nuova possibilità di redenzione sia al ragazzo che a Milo.
“Cry Macho”, recensione
A tre anni da “Il corriere – The Mule”, a due dall’opera da regista “Richard Jewell” e alla veneranda età di 91 anni Clint Eastwood tiene botta e continua a sfornare puro cinema americano. Questa volta la storia è tratta da un romanzo del 1975 di N. Richard Nash, che ha messo mano alla sceneggiatura in compagnia di Nick Schenk (“Gran Torino”, “Il corriere – The Mule”). Clint interpreta il ruolo principale, dirige e produce questo lungometraggio molto on the road, progetto più volte rinviato in cui torna a vestire i panni di un cowboy. Il suo Mike Milo è un vecchietto spesso e volentieri arrabbiato col mondo, che biascica insulti davanti ai soprusi e alle cattive maniere delle nuove generazioni. Ma ad un certo punto trova anche il modo di tirare un discutibile cazzotto.
Il viaggio e il paesaggio la fanno da padroni, la storia procede compassata e lineare, senza fronzoli proprio come l’esistenza del protagonista. Anche i colpi di scena arrivano dolcemente, così come quando salta fuori Marta (Natalia Traven) che subito perderà la testa per Mike. La sensazione è che Eastwood si specchi in lui e si goda il viaggio, nonostante alle calcagna ci sia chi vuol fargli la pelle. Nel frattempo Milo ridisegna nella mente di Rafo l’ideale di uomo “macho”, offrendogli un’alternativa non priva di asprezza ma sicuramente più rilassata. Perché “Questa cosa del macho è sopravvalutata. Pensi di avere tutte le risposte ma poi invecchi e ti rendi conto che non ne hai. Quando lo capisci è troppo tardi”. Milo non si propone certamente di risolvere tutto il marcio che c’è nel mondo ma cerca soluzioni in primis per lui e per il ragazzo.
Adatto ai nostalgici, a quelli che hanno amato la svolta di Clint Eastwood negli ultimi anni, disposti a rinunciare all’azione rocambolesca farcita di violenza, sparatorie e inseguimenti. Qui contano più la parola, le immagini della natura accompagnate dalle musiche di Mark Mancina e le riflessioni sincere, accorate e talvolta sdolcinate in quanto fuori dal tempo di quello che è stato un grande cowboy.
Distribuito nelle sale americane il 17 settembre 2021 insieme al lancio sulla piattaforma HBO Max, “Cry Macho” sbarcherà nei cinema italiani nel mese di ottobre.