Pompei, Villa dei Misteri e il rito di oinomanzia

Villa dei Misteri è probabilmente l’edificio più noto ed ammirato del Parco Archeologico di Pompei. Si tratta di uno splendido esempio di villa suburbana i cui ambienti sono decorati con pitture di altissimo pregio. A destare stupore ed ammirazione è soprattutto il grande affresco della stanza tricliniare dal quale la villa prende il nome; una sequenza pittorica lunga ben 17 metri ed alta 3 metri. A parlarcene e ad approfondire la tematica della celebre rappresentazione artistica è ancora una volta Enzo Longobardi con la sua rubrica “In bici nel tempo”. Quella che Enzo ci racconta è una storia interessante, di grande fascino e naturalmente “misteriosa”.
villa dei misteri

Villa dei Misteri e il rito di oinomanzia

“Sono all’entrata della celebre domus pompeiana, famosa per i suoi riti dionisiaci. Tanti i misteri tra queste mura, ma uno curioso: l’oinomanzia, la lettura dei fondi del vino nei vasi, per predire il futuro. Lo si nota su un bellissimo affresco nella sala del triclinio (vedi foto). Un rito molto amato tra i romani, dal quale nacque in Europa, la tasseomanzia (dal francese “tasse”, tazza), cioe’ la predizione del futuro interpretando le figure che si creavano nella tazzina di tè o in quella di caffè, dopo averne bevuto la bevanda”.
Villa dei Misteri
Con queste parole Enzo Longobardi ci introduce in un mondo non a tutti noto. Sebbene non ci sia unanimità a riguardo, la maggior parte degli studiosi ritiene che la sequenza di affreschi che adorna la stanza tricliniare rappresenti l’iniziazione ai riti dionisiaci, un rituale molto in uso nell’antica Roma che terminava nella sfrenatezza più assoluta generata dal vino.

Cosa ci riserva il futuro?

Enzo Longobardi ci fa entrare in punta in piedi anche nel mondo dell‘oinomanzia, la pratica divinatoria con la quale gli antichi romani predivano il futuro leggendo i fondi lasciati nella coppa dal vino.
Successivamente, nel medioevo si sviluppò la ceromanzia  ovvero lo studio e l’interpretazione delle forme generate dalla cera calda versata in una coppa di acqua fredda. E’ verso la metà del XVII secolo, quando cioè gli olandesi introdussero in Europa il tè dalla Cina che si diffuse anche la tasseomanzia, il rituale secondo il quale il futuro poteva essere letto attraverso i residui di tè lasciati sul fondo della tazza.
Immagino che qualcuno, leggendo questo articolo, proverà a dare uno sguardo al fondo della propria tazza, dopo aver sorseggiato una tazza di tè. Provateci pure! Vi divertirete a creare delle storie, ma siate sempre consci che “il futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni” come ci insegna Eleanor Roosevelt.

 

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