Napoli non solo è il Terzo Mondo, ma un Mondo Terzo
Credo che “Le Figaro” abbia ragione. Napoli non solo è il Terzo Mondo, e non soltanto d’Europa direi, ma certamente è un Mondo Terzo, estraneo, un altrove! La città partenopea è estranea alle convenzioni, agli stereotipi, ai clichè (tanto per omaggiare i nostri “amati” cugini d’oltralpe). E’ un melting pot di razze e culture, colori e suoni, profumi e tradizioni, che costituisce una tessera anomala rispetto al puzzle globalizzato verso cui stiamo convergendo. Noi napoletani siamo intraducibili (provate a spiegare ad un transalpino “la cazzimma”), imprevedibili, indecifrabili e pertanto temibili e potenzialmente pericolosi. Tutto ciò che arriva ai piedi del Vesuvio viene rivisitato, reinterpretato, riorganizzato per tornare a nascere con un nuova forma, irreplicabile a qualsiasi altra latitudine o longitudine.Ritengo che il terzo mondo non sia poi così male, popolato da gente sorridente, creativa, onesta. Siamo solo vittima di accordi, trattati e negoziati che stanno avvolgendo la terra in una coltre grigia, come i loro doppio petto! (Ciro Bruno Linardo, scrittore)
Un poeta cantava “Napule è mille culure”; è triste quando per rappresentare Napoli si usano solo le tinte più fosche (Corrado Di Martino, giornalista)
Chi ha scritto l’articolo certo non conosce Napoli a fondo per paragonarla al Terzo Mondo. “Terzo Mondo d’Europa” che cosa significa poi? Che siamo messi meno bene di altre città come la stessa Marsiglia, altre città francesi e/o dell’est europeo? Non credo! Napoli, oltre ai suoi problemi, ha anche un tessuto produttivo di eccellenze riconosciute in tutto il mondo. A ore arriveranno frotte di turisti a San Gregorio, Armeno e negli ultimi anni in città si è registrato uno straordinario boom turistico. I giornalisti francesi dovrebbero trascorrere più tempo a Napoli iniziando la giornata con sfogliatella e caffè. Se al Terzo Mondo riescono a fare una colazione così vuol dire che tanto Terzo Mondo non è. Credo si sia trattato di un titolo “ad effetto” che, sulla pelle di Napoli, è servito a fare pubblicità a Le Figaro. (Davide Gambardella, giornalista e scrittore)
Mi intristiscono molto queste classifiche, questa necessità di dover necessariamente mettere tutto seguendo un ordine, una priorità. Se poi vogliamo entrare nello specifico, Napoli sarà anche Terzo Mondo per Le Figaro, ma non mi sembra che i Primi Due siano andati esenti da immensi fallimenti. Il Terzo Mondo lo vivrei più come una Terza Possibilità, magari quella in cui creare un ordine delle cose un po’ più giusto, meno triste. Felicità e Tristezza, forse questi dovrebbero essere i parametri da prendere in considerazione per stilare queste classifiche, quando cioè si vanno a mettere in ordine i Mondi così come ha fatto Le Figaro. (Francesco Paolo Oreste, scrittore)
“I francesi sono fatti così: sono un po’ invidiosi e non hanno il bidet!”
Per i cugini francesi potrebbe essere adatto il detto: “I parenti sono come le scarpe, più sono stretti, più fanno male”. In fondo c’è sempre stata una rivalità nei confronti della nostra nazione e non è raro che i francesi “sconfinino”. E poi non hanno il bidet! Sono fatti così: un po’ invidiosi e senza il bidet!” (Pasquale Falcone, regista)
L’autrice dell’articolo ha, poi, cercato di raddrizzare il tiro, ma ancora una volta non ha trovato le parole giuste: “Napoli non crolla più sotto la spazzatura come nel 2008” e ancora “Abbiamo scelto di raccontare Napoli perché è una città di riferimento per tanti francesi che ci vivono e la scelgono per i propri viaggi. É una vera città del Sud, ricca di problemi, di contraddizioni, affogata dai debiti e dal problema della camorra e più suscettibile ad eventuali cambiamenti”.
Nessun dubbo. I miei occhiali erano puliti e non vedevo poi così male. Napoli è davvero bella e come ogni città del mondo ha i suoi problemi. E’ però vittima dei pregiudizi. A tal proposito consiglio la lettura di un libro edito dalla Graus (casa editrice napoletana). Il libro è di Valeria Genova, trevigiana “costretta” a vivere a Napoli per seguire suo marito, pilota dell’aeronautica, La Genova, durante il viaggio in treno si chiedeva “Cosa ne sarà ora della mia vita?”. Quando fu “costretta” ad andare via da Napoli che l’aveva accolta e cullata come la più attenta delle mamme si chiese “Ora cosa ne sarà della mia vita?”. Il libro si intitola “Napoli Amore Mio, Un viaggio oltre il pregiudizio”.