La Svizzera ha concesso agli omosessuali il diritto di contrarre matrimonio


Grandi novità sul fronte LGBTQ+: In Svizzera è stato appena annunciato da alcuni portavoce dell’esecutivo, e si tratta di una decisione anticipata durante gli scorsi di giorni da vari analisti politici e da importanti testate giornalistiche, che le coppie dello stesso sesso potranno finalmente sposarsi a partire dal 1° luglio del prossimo anno. La decisione è arrivata in seguito al successo schiacciante del fronte per il sì, registrato al referendum tenuto nello Stato Europeo qualche mese fa, in seguito al quale i cittadini elvetici si sono prepotentemente espressi a favore delle rivendicazioni delle associazioni per i diritti degli omosessuali.

Il Consiglio federale, il principale organo esecutivo del Paese, ha comunicato ufficialmente che a partire dal 1° gennaio, la Svizzera comincerà a garantire il riconoscimento legale per tutti i matrimoni delle coppie dello stesso sesso sposatesi in altri paesi, definendo tali unioni come matrimoni a tutti gli effetti e non più, come accadeva in precedenza, come semplici unioni civili.

Nel fissare la data di entrata in vigore della legge “Matrimonio per tutti” approvata dagli elettori a settembre, il Consiglio ha inoltre aggiunto che le unioni civili non saranno più possibili in Svizzera proprio a partire dal 1° luglio. Tuttavia le coppie già in regime di unione civile, approvato a partire dal 2007, potranno mantenerle senza dover convertire la propria unione in matrimonio.

La Svizzera è, insieme all’Italia, uno degli ultimi Paesi dell’Unione Europea in cui agli omosessuali non è assicurato il diritto di accedere all’istituto del matrimonio, offrendo come alternativa solo forme di unioni civili riconosciute dall’ordinamento.

Il già citato referendum, tenutosi il 26 settembre, ha avuto, come già accennato, un risultato definito “storico ed inequivocabile” dai principali attivisti per i diritti civili elvetici, ed i suoi effetti sono destinati a mettere i partner dello stesso sesso nella ricca nazione alpina su un piano di piena parità legale con le coppie eterosessuali, permettendo loro, decisione a dir poco contestata dagli oppositori e dai conservatori, anche di adottare bambini insieme e addirittura di poter procedere alla “sponsorizzazione” del proprio partner al fine di aiutarlo ad ottenere la cittadinanza svizzera.

L’iter di approvazione della misura, che nelle fasi conclusive del referendum si pronosticava avrebbe avuto durata particolarmente lunga e gravosa, si è invece finalizzato in maniera estremamente celere, proprio in ragione della maggioranza schiacciante ottenuta dal sì, segno del fatto che la volontà popolare in materia era inequivocabile, non altrimenti interpretabile, necessitando dunque di venir “accontentata” nel minor tempo possibile.

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