Centinaia di migliaia di manifestanti sono scesi nelle strade d’Europa per protestare contro il gravissimo problema della violenza maschile contro le donne. Folle enormi di manifestanti si sono mobilitate nelle più grandi città europee, da Monaco, a Londra, a Roma, questo sabato, con centinaia di donne che hanno deciso di manifestare il proprio dissenso verso la scarsa reattività della politica mondiale nei confronti di temi così attuali e delicati con cartelli e slogan come ‘Libere dalla violenza‘ e ‘L’amore non ha lividi‘.
Le marce sono state programmate per commemorare la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne“, è avvenuta lo scorso giovedì, che per la prima volta ha causato anche delle tensioni, come a Istanbul, dove un enorme corteo di manifestanti ha addirittura subito svariate cariche delle forze dell’ordine. La giornata viene celebrata il 25 novembre di ogni anno, dopo essere stata ufficializzata per la prima volta dalle Nazioni Unite nel 1999.
A Monaco, in Germania, molte manifestanti si sono dette risolute a sdoganare in maniera definitiva il legame tra tematiche così pressanti e tra ragionamenti e discorsi politici più profondi: “Il posto di una donna è nella rivoluzione“, ha sostenuto la portavoce di una delle più importanti associazioni per i diritti della donna attive in Germania. Le manifestanti hanno anche improvvisato un raid punitivo contro la sede di una delle principali cellule di estrema destra presenti in Germania, Sudetia, attaccata con lanci di vernice.
Enorme successo per l’evento anche qui in Italia: a Roma si è infatti tenuta una enorme marcia, a cui hanno partecipato decine di migliaia di sostenitori di ogni genere e di ogni tipo di estrazione sociale, organizzata dal movimento femminista “Non una di meno“, da anni attiva sul territorio con attività di sensibilizzazione e di tutela. “La violenza è strutturale, la radice è culturale, il problema è patriarcale“, questo lo slogan che ha avuto maggiore risalto durante la manifestazione romana.
Circa 736 milioni di donne in tutto il mondo – quasi una su tre – hanno subito almeno una volta nella loro vita una violenza intima da parte del partner, una violenza sessuale non da parte del partner o entrambe, secondo le statistiche dell’ONU.
Centinaia di migliaia di donne anche in occasione delle manifestazioni che hanno letteralmente riempito le strade di Londra sabato scorso.
Nella capitale britannica, le manifestanti hanno sfilato dal Marble Arch a Golden Square a Piccadilly Circus, cantando cori, sfoggiando cartelli e addirittura sparando fuochi artificiali e razzi pirotecnici. Anneliese Dodds, segretario di stato “ombra” per le politiche femminili e l’uguaglianza, si è unita ai manifestanti, esortandoli ad “assediare” la City con il proprio entusiasmo, senza però degenerare in violenze o tafferugli.
L’evento tenutosi in Inghilterra si inseriva in seno ad une vento dalla portata più ampia e più profonda, il cosiddetto “Reclaim The Night“, iniziato nel 1977, al culmine degli omicidi dello Yorkshire Ripper. L’evento ha assunto un nuovo significato quest’anno: il 2021 è stato infatti uno dei peggiori anni di sempre per la sicurezza e la tutela delle donne inglesi, a causa di una serie di attacchi alle donne avvenuti il tramonto che hanno causato profonda preoccupazione nelle autorità e nell’opinione pubblica.
È il caso, ad esempio, della giovane Sarah Everard, che è stata rapita e uccisa addirittura da un ufficiale della polizia metropolitana, Wayne Couzens, mentre tornava verso casa, nella cittadina di Clapham, all’inizio di quest’anno. O ad esempio Sabina Nessa, la ventottenne aggredita e uccisa questo settembre mentre camminava in Cator Park, nella cittadina Kidbrooke, un altro crimine che ha letteralmente scioccato la nazione.