Papa Francesco: “il mondo non utilizzi i migranti come pedine per giochi di potere”

Papa Francesco ha dichiarato questo lunedì, riferendosi alla crisi sul confine bielorusso, che il mondo sta usando ormai da anni i migranti come semplici “pedine” su una scacchiera politica.

La vicenda a cui si riferisce il Papa ha del tragico: migliaia di migranti sono infatti bloccati alla frontiera orientale dell’Unione europea, in quella che portavoce di Bruxelles hanno definito come una crisi che Minsk avrebbe architettato in maniera consapevole, andando a distribuire durante gli scorsi mesi migliaia di visti bielorussi in Medio Oriente, ed arrivando addirittura a prelevare centinaia di migranti alla volta tramite veri e propri ponti aerei, salvo poi abbandonarli alla frontiera europea.

In un video messaggio per il 70° anniversario dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, che ha sede a Ginevra, Francesco ha detto che negare ai migranti la loro dignità di base è profondamente contrario ai principi fondamentali di tutte le religioni della Terra.

Ancora più deplorevole è il fatto che i migranti siano sempre più usati come merce di scambio, come pedine su una scacchiera, vittime di rivalità politiche“, ha aggiunto Francesco.

Come possono la sofferenza e la disperazione essere sfruttate per avanzare o difendere programmi politici? Come possono prevalere le considerazioni politiche quando è in gioco la dignità della persona umana?”.

La Polonia e altre nazioni dell’UE sostengono, come già accennato in apertura, che la crisi è semplicemente parte di una “guerra ibrida” che la Bielorussia sta conducendo come forma di ritorsione per le sanzioni UE imposte in al leader bielorusso Alexander Lukashenko, a causa della dura repressione nei confronti delle proteste contro la sua rielezione, avvenuta l’anno scorso e, per usare un eufemismo, fortemente contestata, con pesanti voci di brogli elettorali e di intimidazioni agli elettori: una vera e propria rappresaglia di stampo “umanitario” studiata per creare tensioni in seno all’Unione.

Lukashenko, dal canto suo, ha respinto le accuse, rimandandole al mittente, rincarando per di più la dose e “contro – accusando” l’UE di aver deliberatamente provocato una crisi umanitaria in medio oriente, che ora va affrontata.

Lettonia, Lituania e Polonia, che per vicinanza geografica con il confine oggetto del contendere, più di tutte sopportano il peso della crisi, hanno recentemente dispiegato migliaia di guardie di frontiera, soldati e poliziotti, per “sigillare” il proprio confine e respingere i migranti che tentano invano di passare dalla Bielorussia.

Papa Francesco ha fatto della difesa dei migranti e dei rifugiati una pietra miliare del suo papato, e, nel suo messaggio all’OIM, ha concluso che al di là degli aspetti politici e legali della condizione di chi tenta di entrare in Unione Europea, “non dobbiamo mai perdere di vista il volto umano della migrazione“.

La Bielorussia, intanto, anche a causa della reazione di chiusura da parte dell’Unione Europea, ha da poco iniziato un piano di “rientro a casa” per molti dei migranti presenti alla frontiera, che, con lo stesso metodo del ponte aereo, adesso vengono riportati in Medio Oriente, soprattutto in Iraq, ma lo stesso Lukashenko ha dichiarato di star aspettando una risposta dall’UE in merito alla ripartizione ed all’accoglienza di quelli che nel frattempo restano asserragliati al confine, con la richiesta ufficiale, inviata alla Germania, di accogliere un primo “blocco” di oltre 2.000 migranti, per adesso rifiutata dalle autorità tedesche.

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