“Spencer” – Tra il 24 e il 26 dicembre 1991 la principessa Diana Spencer (Kristen Stewart) trascorre malvolentieri le vacanze di Natale in compagnia della famiglia reale in quel di Sandringham House, proprio vicino ai luoghi della sua infanzia. Proprio in quei giorni matura in lei la convinzione di doversi separare da Carlo, con il quale i rapporti sono ormai già logorati.
“Spencer”, recensione
“Una favola da una tragedia vera” recita il cartello di apertura eppure della prima è praticamente impossibile trovare traccia in questo ennesimo biopic atipico diretto da Pablo Larraín e scritto da Steven Knight, creatore della serie Netflix “Peaky Blinders”. Il pregio principale del film è quello di farci entrare come mai prima d’ora nei panni di una donna della quale si è detto già tutto e il contrario di tutto e si continua a farlo (vedi l’ultima stagione di “The Crown” su Netflix). La Stewart è perfetta per questo fine, come lo sono i suoi sguardi e i suoi silenzi.
Si comincia dalla vigilia di Natale con Diana che vaga in auto senza sapere dove si trova, pur trovandosi in prossimità dei terreni nei quali è cresciuta, adiacenti alla residenza reale. Ben presto è costretta a rientrare in quella prigione di etichetta e di tradizioni, che le pesano ben più di quel chilo e mezzo che è tenuta a metter su dopo Natale. Il freddo che i suoi figli soffrono nella loro grande stanza è lo stesso che lei si porta dentro, intrappolata in una dimensione in cui non esiste il futuro e presente e passato sono la stessa cosa. Carlo, col quale Diana ha un dialogo per la prima volta a cinquanta minuti dall’inizio del film, le regala la stessa collana di perle che regala a Camilla. Lei trova una biografia di Anna Bolena in camera sua, come piazzata lì a mo’ di avvertimento. Finisce per sentirsi profondamente accomunata alla moglie di Enrico VII ma con una differenza sostanziale: non vuole arrendersi alla sua sorte.
È proprio una battuta di Carlo a fotografare emblematicamente la situazione di Diana: “non vogliono che siamo persone”, dice il principe, e per questo le parole della principessa vengono udite in ogni angolo della residenza e le viene continuamente detto cosa fare, come vestirsi e come comportarsi. Ecco che alla fine decide di spezzare le catene ed essere solo sé stessa, Spencer appunto, scappare via con i suoi figli e ordinare del cibo al primo fast food che le capita.
Larraín ci regala un’opera angusta eppure ambientata per gran parte en plein air, che quando non ci mostra Diana ci mostra comunque il suo punto di vista sulla realtà che la circonda. La messa in scena è di quelle raffinatissime ma non lascia spazio alcuno al calore e all’umanità che pure caratterizzavano la principessa del Galles.
Dopo la presentazione in anteprima all’ultima Mostra di Venezia, in concorso per il Leone d’oro al miglior film, “Spencer” sbarcherà nelle sale italiane a partire dal 20 gennaio 2022.