Covid: lockdown e nuove restrizioni in Cina per più di tredici milioni di persone

Le autorità della megalopoli cinese di Xi’an, dove 13 milioni di residenti sono attualmente confinati nelle proprie case, ha annunciato ai propri cittadini l’introduzione di restrizioni ancor più severe a partire da questa domenica, giorno in cui la regione in cui la città è situata ha registrato il più alto numero di nuove infezioni da Covid-19 in oltre ventuno mesi, la cui causa, secondo molti, sarebbe da individuarsi nell’arrivo della nuova variante Omicron anche sul territorio del Gigante Asiatico.

La Cina sta producendo da due anni uno sforzo quasi sovrumano per attenersi alla strategia, elaborata dagli scienziati incaricati dal Partito Comunista, denominata “zero-Covid“, che prevede strette e serratissime restrizioni alle frontiere, lunghe quarantene e chiusure indiscriminate, finalizzate ad annullare in maniera quanto più totalizzante la possibile circolazione del virus sul territorio.

Le autorità sono state particolarmente attente negli ultimi mesi per provare ad evitare un’epidemia appena prima delle Olimpiadi invernali di Pechino, che dovrebbero tenersi, salvo sorprese, il prossimo febbraio, ma la strada si preannuncia in salita, tra difficoltà organizzative e lo spettro di una nuova diffusione incontrollata, stavolta causata dalla “neonata” variante Omicron.

Già questa domenica, infatti, il paese ha riportato 206 nuove infezioni di Covid, il più alto numero giornaliero da marzo 2020, una quota più che sufficiente a far scattare l’allarme rosso ed a costringere le autorità locali a rimettere in campo le misure a dir poco draconiane sperimentate durante le prime fasi della pandemia, quasi due anni orsono.

Nei prossimi giorni, è aaltamente probabile che vengano rilevati altri nuovi casi di infezione da Covid“, ha avvertito il Governatore di Xi’an, He Wenquan, invitando la popolazione della città a non farsi prendere dal panico ed a rispettare le regole imposte.

La metropoli settentrionale, posta a circa 900 km dalle sedi delle Olimpiadi Invernali, ha segnalato infatti, come previsto dal Wenquan, 155 nuovi pazienti Covid subito dopo le dichiarazioni appena riportate, portando così il totale di nuovi infetti a quasi 500 nell’ultima settimana.

Circa 29.000 persone sono state messe in quarantena in una struttura alberghiera individuata dalle autorità, stando a quanto si legge sulla stampa locale.

I residenti di Xi’an sono già stati sottoposti diverse volte ai testi antigenici e molecolare, circostanza rivelata dalle autorità stesse nel probabile tentativo di “calmare le acque”, ed è già in programma una disinfezione “totale” che avrebbe dovuto iniziare già domenica sera.

Con il crescere dei nuovi casi sono state reintrodotte le forti limitazioni agli spostamenti dei cittadini che tanto scalpore hanno fatto all’interno dell’opinione pubblica occidentale per la loro pervasività e per l’apparente squilibrio tra positivi registrati e “gravità” delle limitazioni stesse. Ogni famiglia può mandare fuori casa solo un proprio componente, solo per acquistare beni di prima necessità e solo una volta ogni tre giorni.

Tutte le attività commerciali, tranne i supermercati, i minimarket e le strutture mediche, hanno ricevuto l’ordine di chiudere.

La pesantezza delle limitazioni imposte alla popolazione cinese a fronte di un aumento talmente modesto nelle nuove positività è sicuramente destinato a far discutere in tutto l’occidente, che si trova a dover fare i conti non solo con un’impennata a dir poco vertiginosa di nuovi casi, ben più alta di quella riportata dalle autorità cinesi, ma anche e soprattutto con movimenti antivax che si fanno sempre più rumorosi, aggressivi, e, in alcuni casi, violenti.

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