Da Regi lagni a parchi fluviali, da terra dei fuochi a Giardino d’Europa.
Un progetto da 200 milioni di euro punta a far rinascere l’area di 450 km quadrati attualmente nota per inquinamento e degrado. A 30 anni dalle prime scoperte di attività illecite legate allo smaltimento dei rifiuti tossici, la terra dei fuochi, come la definì Legambiente nel 2003, potrebbe davvero cambiare volto. Si tratta del territorio compreso tra Napoli e Caserta, ridotto a discarica di rifiuti speciali e devastato da roghi di immondizia, che potrebbe finalmente essere valorizzata per garantire una migliore qualità della vita ai cittadini ed una produzione agricola sana e sostenibile. In più un importante slancio turistico che potrebbe arrivare perfino dalla riqualificazione dei Regi Lagni, reticolo di canali artificiali creati nel Seicento tra Napoli, Caserta, Avellino e Benevento, attualmente in uno stato di abbandono e inquinamento.
Terra dei Fuochi, finalmente una resurrezione economica, sociale ed ambientale
Il “Contratto Istituzionale di sviluppo” è stato firmato (il 27 gennaio) dal ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Mara Carfagna e i 52 sindaci dell’area a Caivano nella chiesa di don Maurizio Patriciello, prete impegnato nella lotta per l’ambiente.
“I cittadini della Terra dei Fuochi hanno pagato un prezzo altissimo, per anni, all’assenza dello Stato e ora lo Stato deve risarcire il debito, senza ulteriori ritardi e con iniziative all’altezza” ha detto il ministro sottolineando che rispetto ai tentativi del passato “questa volta i progetti ci sono, così come i fondi, e vanno solo aperti i cantieri”.
Una grande opportunità per questi territori, una grande sfida per la resurrezione economica, sociale e ambientale anche se adesso inizia la fase assai delicata del controllo per evitare, come troppo spesso in passato, l’ingerenza della camorra.
La firma di Caivano tra governo e sindaci, dopo anni di sofferenza ed angoscia lascia ora lo spazio a speranza e sviluppo.