Sorrento: torna a Villa Fiorentino lo Spremuta Day


Sorrento il 16 febbraio ritorna lo Spremuta Day, un’iniziativa con lo scopo di promuovere il consumo delle arance sorrentine; tutti i dettagli.

 

Biodiversità parola introdotta per la prima volta nel lontano 1968 dall’entomologo Raymond Dasmann, rappresenta la ‘diversità della vita’ sul nostro pianeta, su tutti i livelli possibili.

 

Slow Food ha fatto di questa parola il fulcro delle sue battaglie indirizzate a difendere una alimentazione più sana, non omologata dal boom dell’agricoltura industriale del ‘900, attraverso un ripensamento dello stile di vita, resiliente e radicato nelle culture locali frutto di secoli di adattamenti.

 

Slow Food Costiera Sorrentina e Capri da anni mette in campo azioni per contrastare la graduale scomparsa di un patrimonio gastronomico legato ad un paesaggio agrario caratterizzato da varietà vegetali e specie animali in via di estinzione a causa delle logiche produttive dei mercati, quali il noce di Sorrento e l’arancio biondo sorrentino.

 

A questo scopo mercoledì 16 febbraio ritorna a Villa Fiorentino lo Spremuta Day, l’iniziativa di Slow Food rivolta ai piccoli delle primarie, realizzata in collaborazione con l’assessorato all’Ambiente del Comune di Sorrento, con Fondazione Sorrento e da quest’anno con Penisolaverde Spa nell’ambito della manifestazione “SorrentoOrangeWeek”, l’evento nato per incentivare la trasformazione e il consumo delle arance raccolte dalle alberature pubbliche sorrentine.

 

Con estremo piacere collaboriamo da anni con Slow Food – dichiara Luigi Cuomo Presidente Penisolaverde Spa – condividendo le finalità delle iniziative promosse dalla storica associazione che difende da anni le tradizioni alimentari e di coltivazione locali. Lo Spremuta Day è una delle iniziative che meglio incarna le idee di lotta allo spreco alimentare e riduzione degli scarti

 

Lo “Spremuta Day” vede ospiti gli alunni delle scuole elementari e medie degli istituti sorrentini, ha lo scopo di promuovere la conoscenza ed il consumo delle arance sorrentine sotto forma di succo, esaltandone le caratteristiche nutrizionali e le proprietà benefiche dell’agrume attraverso un percorso ludico-educativo pensato ad hoc per i più piccini che va dall’assaggio guidato, al gioco, al riconoscimento delle etichette .

 

Finalmente il mondo dell’agricoltura e quello dell’ambiente – dichiara l’assessore all’agricoltura stellato Alfonso Iaccarino – stanno portando alla conoscenza le problematiche della biodiversità. Da anni in modo amorevole abbiamo praticato a tavola questa forma di resistenza, ma ora dobbiamo trasmettere ai giovani sin da piccoli questa consapevolezza  

 

L’arancio biondo sorrentino, registrato nell’Arca del Gusto di Slow Food, la cui coltivazione in penisola, pare risalire addirittura al 1300, ha un gusto straordinario, molto riconoscibile, piacevole ed equilibrato. Purtroppo a causa della presenza di piccoli semi, ma anche dell’abbandono progressivo dell’agricoltura sorrentina a favore di altri comparti, non trova più una sua collocazione sul mercato.

 

Dichiara Mauro Avino, Presidente di Slow Food Costiera Sorrentina e Capri – “Il declino del consumo delle nostre arance, l’impoverimento della biodiversità agricola locale, sono le conseguenze delle logiche di un mercato globalizzato che non contempla l’attenzione alle microeconomie locali, alla salute dell’ambiente e a quel paesaggio agrario che noi dovremmo invece considerare come bene comune al servizio del comparto turistico”

La conseguenza è che non offrendo più una giusta remunerazione ai pochi contadini che lo coltivano, si sta sostituendo con il più remunerativo limone sorrentino, l’agrume che, grazie al lavoro dell’unico consorzio presente, rimane ancora una solida realtà sullo scenario nazionale ed internazionale, ma l’arancio va salvato perché rappresenta la nostra identità e quella non ha prezzo.

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