Napoli-Barcellona, il giorno dopo la partita del Maradona


Napoli-Barcellona, il giorno dopo la partita del Maradona

Napoli-Barcellona. Vincono con merito i Catalani che battono gli azzurri di Luciano Spalletti. Di Gianfranco Piccirillo

Prima della gara lo striscione contro la guerra e l’inchino contro il razzismo uniscono le squadre europee di Maradona, per il resto divise praticamente su tutto. Il Barcellona è in possesso di un consolidato gioco offensivo, che peraltro questa sera è favorito dagli errori in serie dei calciatori del Napoli, che mostra pure un orribile maglia prodotta dall’azienda della figlia del suo presidente. A proposito di società l’altra abissale differenza tra i catalani e i partenopei è proprio nei due modelli, l’azionariato popolare da una parte, la conduzione familiare dall’altra, ma tornando al campo sembravano esserci due categorie tra il Barcellona e Il Napoli, soprattutto quando nei primi minuti Jordi Alba e De Jong hanno trafitto il povero Meret, sfruttando le ingenuità di Insigne e Rrhamani più evidenti di quelle degli altri. Poi ovviamente c’è l’abilità tecnica di Traore’, oltre che di tutto il fronte offensivo blaugrana, che entra nella difesa del Napoli come una lama nel burro. Il dominio del Barcellona, oltre che dall’omaggio dello stadio a Maradona, è interrotto solamente dall’unico acuto tra Insigne e Osimhen, che porta al rigore, che illude i tifosi della rimonta, ma che poi in effetti si rivelerà essere solo un gol utile alle statistiche del frattese in partenza per Toronto. Infatti il Barcellona continua ad attaccare e a macinare occasioni in serie, che solo di un soffio non si concretizzano alle spalle di un Meret, oggetto di un vero e proprio tiro al bersaglio. Come nel secondo tempo del Nou Camp la squadra azulgrana sbaglia tanto in fase offensiva e realizza il terzo gol solo alla fine della prima frazione, con il marito della famosa cantante Shakira, omonimo di un ex campione di formula uno, bravo sia a contenere l’attaccante nigeriano, che a mostrare doti da autentico attaccante in area di rigore del Napoli. Solo la presenza di Anguissa e Lobotka avrebbe potuto limitare i danni in un centrocampo invece desolatamente occupato da Ruiz e Demme, peggiore in campo, che esce ad inizio ripresa per Politano, la cui presenza comporta il cambio del modulo dal 4 2 3 1 al 4 3 3 con esiti comunque poco soddisfacenti.

Infatti prima che la squadra si assesti ed eviti una storica imbarcata c’è il quarto gol di Aubameyang, spettacolare come quello di de Jong e ancora un altro paio di occasioni. Nel Napoli Insigne ed Osimhen privano a replicare la giocata del rigore e al capitano frattese viene annullata per fuorigioco una rete in acrobazia e Spalletti inserisce Mertens, Ounas e Ghoulam per Osimhen, Ruiz e il deludente Zielinski, che era stato invece protagonista positivo all’andata, concedendo la possibilità ad una parte del pubblico di fischiare Insigne nell’ultimo cambio per Petagna. Se non arrivano altri gol del Barcellona è anche per l’ampio turn over che il tecnico Xavi si concede in funzione del campionato, dove la squadra è in lotta per la zona Champion, mentre il Napoli può cercare di rendere meno disastroso il punteggio, trovando il secondo gol, grazie alla determinazione di Rui, che a mio avviso si esprime meglio da mediano piuttosto che da terzino, e al tiro da Politano, che trova il portiere Ter Stegen non irreprensibile. Nel recupero il portiere tedesco addirittura ha rischiato di fare segnare pure Petagna, ma per Piquet e compagni sarebbe stato davvero troppo subire tre reti da questo brutto Napoli. Insomma non c’è stata storia tra Barcellona e Napoli, eppure vi erano le condizioni per assistere per lo meno ad una sfida più equilibrata ed invece bisogna riconoscere meriti postumi a Gattuso, che se non altro in Champions seppe rendere la vita più complicata alla squadra catalana, che peraltro poteva concedersi il lusso di schierare ancora Messi e che sicuramente ebbe qualche problema in più a passare il turno nell’arco dei due confronti. Non me ne voglia Spalletti, ma anche stasera si è capito perché finora è riuscito a vincere qualcosa di importante solo in Russia, dove con tutta evidenza sono più bravi a fare le guerre, che a giocare al calcio, sport nel quale il migliore di tutti i tempi non è il signore citato da Xavi, al quale comunque vanno rivolti tanti complimenti per il lavoro che sta facendo e che comunque ha la mia comprensione per il gesto di cortesia compiuto nei confronti del suo ex compagno di squadra.

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