“Luigi Proietti detto Gigi”, trama e recensione

“Luigi Proietti detto Gigi” – La storia di una carriera e di un attore straordinario, che ha toccato vette indimenticabili prima a teatro ma poi anche in tv e al cinema. Gigi Proietti raccontato da Edoardo Leo, dalla sua famiglia, da chi gli ha voluto bene e da chi ha avuto la fortuna di condividere con lui il lavoro. Senza omettere alcuni momenti bui, come è giusto che sia (vedi la sostituzione con Maurizio Costanzo per la direzione artistica del teatro Brancaccio o il flop di una trasmissione come Fantastico 4). Dietro il grande artista scopriamo poi con alcuni aneddoti privati l’uomo, il suo legame intensissimo con Roma, il suo carattere e la sua umanità.

“Luigi Proietti detto Gigi”, recensione

Tutto parte da un progetto di documentario di Leo sul rivoluzionario spettacolo “A me gli occhi, please”, per trasformarsi poi in qualcosa di diverso quando Gigi Proietti ci ha lasciati poco più di un anno fa. Era impossibile in soli cento minuti condensare perfettamente cinquant’anni e più di carriera ma la selezione dei materiali d’archivio che spaziano da Fellini a Rascel risultano particolarmente affascinanti da rivedere o da scoprire per la prima volta. E ci consente anche di svelare aspetti meno noti, come magari il Proietti musicista e cantante o ancora doppiatore di star come Dustin Hoffman, Sylvester Stallone, Marlon Brando e di cartoni animati come Aladdin e Gatto Silvestro. Il tutto a partire dagli esordi nel teatro sperimentale e in “Alleluja brava gente” di Garinei e Giovannini in sostituzione di Domenico Modugno.

Edoardo Leo ha filmato l’attore nel backstage della sua ultimissima tournée dal 2018 e a quelle immagini ha unito filmati inediti e numeri storici. Da questi si capisce meglio il grande pregio di Proietti e cioè l’aver saputo miscelare cultura alta e cultura popolare, facendosi amare da un pubblico trasversale, riuscendo a commuovere e a far ridere tutti.

A parlarci di Gigi troviamo in primis le figlie Carlotta e Susanna con la sorella Anna Maria, poi illustri amici e colleghi del calibro di Nicola Piovani, Fiorello, Renzo Arbore e Loretta Goggi. Il tutto legato dal filo rosso di Proietti secondo Leo, che pure ebbe la fortuna di averlo come regista di “Dramma della gelosia” a teatro. La voce narrante racconta abbondantemente proprio questo, magari a discapito di altro per quanto comprensibile. Resta comunque un documentario da vedere in quanto tratteggia adeguatamente un’eccellenza assoluta.

“Luigi Proietti detto Gigi” è sbarcato nelle sale italiane per una settimana evento che va dal 3 al 9 marzo 2022.


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