Quarantatre persone persero la vita il 14 Agosto 2018 a seguito del crollo del ponte Morandi. Cinquantanove persone sono oggi gli indagati accusati a vario titolo di omicidio stradale plurimo, falso, disastro e attentato alla sicurezza dei trasporti. Un drammatico e doloroso avvenimento che ha segnato un prima e un dopo. Provate a pensarci. Ognuno di noi ricorda perfettamente cosa stava facendo quel giorno, nell’attimo in cui apprese la tragica notizia del crollo del ponte Morandi.
Il cantiere di Berto di Carlo Piano (e/o edizioni), recensione
Carlo Piano (figlio dell’architetto Renzo Piano che ha progettato la ricostruzione del ponte) ha scritto la storia della rinascita del viadotto di Genova raccontandola attraverso i pensieri del protagonista del romanzo: Berto, geometra e caposquadra del cantiere.
Berto è un uomo di mezza età, non troppo avvenente che conduce una vita priva di grandi emozioni. Unico svago: l’enigmistica. A fargli compagnia solo un cane al quale Berto non riesce a dare un nome. La ricostruzione del ponte contribuirà a rendere Berto cosciente del fatto che occorre armarsi di molto coraggio, lo stesso che serve a mandare avanti il cantiere, per poter “ricostruire” anche la propria vita prima che le ultime occasioni della vita sfumino per sempre.
Quel cane lo chiamava semplicemente Cane. Eppure…erano già passati sei mesi da quando i loro destini si erano incrociati per puro caso, in cantiere. Nel cantiere che scandiva con i suoi ritmi metallici e rassicuranti la vita di Berto. Era inverno, quel giorno, e un vento teso alzava il terriccio dal letto del torrente affastellandolo in mulinelli. Wooosh.
“Il cantiere di Berto” è un romanzo che nella sua semplicità, ha il merito di immergere il lettore nella greve atmosfera in cui lavorarono gli operai addetti alla ricostruzione del ponte di Genova; ciò non solo per l’enorme responsabilità che il cantiere imponeva, ma anche per la presenza di riflettori constantemente puntati contro.
L’uso costante di suoni onomatopeici contribuisce a far vestire al lettore i panni di uno di quegli operai. A tratti si ha quasi l’impressione di essere su una delle travi del cantiere. Trattandosi di un libro di esordio, direi: “Buona la prima!”