“Racconti bislacchi e stralci di vita quotidiana” (Edizioni Simple) è il sesto e ultimo libro di Patrizia Palombi, autrice romana che da alcuni anni conduce “L’Angolo della scrittora” – trasmissione in onda sulla Web Tv 06play – oltre “Libri in valigia, rubrica trasmessa da Radio Turismo.
Per “Un autore al mese” intervista alla “scrittora” Patrizia Palombi
Dal suo primo libro “Sotto gli occhi di Roma” (Sovera Edizioni), è stato tratto l’omonimo cortometraggio di cui la Palombi, oltre a curarne la sceneggiatura, è stata interprete. Dopo aver letto la raccolta dei suoi “racconti bislacchi”, libro che vi consiglio di mettere in valigia in occasione delle vostre prossime partenze per le vacanze estive, ho avuto il piacere di scambiare alcune riflessioni con l’autrice.
- Partiamo dal titolo, perchè definisci “bislacchi” i tuoi racconti?
I miei “Racconti bislacchi” trattano dei cosiddetti eroi del quotidiano, gente comune che, nella sua semplicità, affronta con coraggio ed estrema dignità la vita. In quasi tutti i racconti vi è molta ironia; in altri drammatici, invece, tratto temi sociali che riguardano i diritti delle donne e, in un racconto, dal titolo “Oreste ed Anna” parto dagli anni sessanta descrivendo la Roma e le zone circostanti dell’epoca. Ho fatto un lavoro di ricerca, riportando anche ciò che mi è stato raccontato dai i miei genitori, ciò che hanno vissuto in quel periodo storico. Un viaggio estremamente emozionante.
Già dal citofono Ilenia sentì che la voce era diversa o, per meglio dire, era la stessa che preannunciava quella
follia che poteva sfociare in qualsiasi cosa. Aprì la porta terrorizzata e si trovò davanti quello sguardo che conosceva bene e che le ghiacciava l’anima così già tanto martoriata.
- Nunzio, Matteo, Ilenia, Alberto, Oreste, Anna, chi sono i protagonisti dei tuoi racconti? A quale di essi ti senti maggiormente affine?
Sicuramente mi sento molto più vicina ad Anna, esempio di grande indipendenza e grande volontà; una donna coraggiosa che ha sfidato i pregiudizi e la mentalità dell’epoca pur di tener fede ai propri principi. Mentre scrivevo e pensavo alle donne di quel periodo, relegate in un ruolo che non sentivano e per nulla apprezzate dal proprio nucleo familiare, mi sono commossa.
- A chi consiglieresti la lettura del tuo nuovo libro?
Consiglio la lettura del mio libro a tutti coloro che hanno voglia di leggere storie vere, storie nelle quali molti si possono riconoscere. Non si parla di fatti straordinari, ma di situazioni che appartengono a persone vere; non vi è mistificazione della realtà perché i personaggi si muovono con autenticità.
- La responsabilità di uno scrittore e/o di un artista è quello di trasmettere un messaggio. Qual è il messaggio principale che hai voluto lanciare con questa tua nuova raccolta?
Il messaggio che lancio sempre è quello della speranza. La vita, le difficoltà, vanno affrontate senza perdere mai la speranza. La speranza è il motore della vita. Bisogna costantemente pensare ad un domani, avere progetti e stare insieme agli altri non chiudendosi in inutili elucubrazioni.
Soltanto dopo qualche minuto si rese conto che erano anni che non baciava più in quel modo e che alla fine era
vero ciò che si diceva sulle abitudini: era un po’ come andare in bicicletta, quando ti trovi in quella determinata situazione, ti ricordi come si fa e tutto avviene con spontaneità. Ma, in verità, Ines si stava innamorando di
quell’uomo fragile e un po’ caparbio ed il suo essere rispondeva al bellissimo richiamo dell’amore.
- Quali sono i tuoi progetti futuri? Stai già lavorando a qualcosa?
Sto lavorando ad un’altra raccolta prevalentemente al femminile con riferimenti anche a donne di altri paesi, in una Roma, e non solo, multiculturale e multietnica, con prosa poetica all’inizio di ogni racconto.
- Se dovessi definirti con un aggettivo o con poche parole, cosa diresti? Chi è Patrizia Palombi?
Decisamente una scrittora sospesa tra cielo e terra!