“Wanna” – Si parte dalle origini di Wanna Marchi, dall’inizio della crisi col marito Raimondo Nobile e quindi con l’avvio della carriera da regina delle televendite di prodotti cosmetici e dimagranti. Dopo il boom arriva l’incendio del suo negozio e le minacce alla figlia Stefania, il legame in affari con il marchese Attilio Capra de Carrè la cui interruzione pare abbia causato l’accensione dei riflettori sul suo operato. Intanto la Marchi ha cominciato a vendere numeri fortunati, amuleti per il malocchio e sono i servizi di “Striscia la notizia” a scoperchiare il vaso di Pandora. Giungiamo quindi all’arresto per frode ed estorsione, con un processo volutamente senza riti abbreviati e sotto gli occhi delle telecamere, che porterà ad una reclusione in carcere di sei anni dopo uno sconto per buona condotta. E ancora oggi ci si interroga sull’esistenza di un tesoro di Wanna Marchi, che ha intascato decine di miliardi di lire per decenni praticamente in nero.
“Wanna”, recensione
La docuserie prodotta in quattro puntate da Netflix si rivela interessante nel raccontare uno spaccato italiano lungo vent’anni, schietta e ficcante anche se mancano domande dirette sull’operato del “maestro di vita” do Nascimento al diretto interessato e alle altre due protagoniste. Wanna e Stefania sono pervicacemente e strettamente alleate per continuare tutt’oggi a proclamare la loro innocenza, anche perché per loro è lecito vendere finanche la fortuna in quanto “i coglioni vanno in*ulati”. Non c’è pentimento nei loro occhi oggi come nelle immagini di repertorio del processo, nemmeno davanti a povere donne che hanno vista distrutta la vita loro e delle rispettive famiglie, che provano profonda vergogna per essersi fatte raggirare (motivo per il quale alla fine saranno solo un centinaio ad avere il coraggio di costituirsi parte civile).
L’opera diretta da Nicola Prosatore ci mostra questa assoluta convinzione che è poi quella che ha reso Wanna Marchi la venditrice per eccellenza, capace di individuare ed intaccare subdolamente le fragilità della povera gente. Un lavoro importante, coadiuvato dalla scrittura di Davide Bandiera e Alessandro Garramone, da numerose interviste e da più di cento ore di immagini di repertorio. Oggi l’influenza della televisione si è probabilmente ridotta in favore dei social network, così come sono aumentati gli strumenti per informarsi e non lasciarsi ingannare. All’epoca però il piccolo schermo ha segnato l’ascesa e il crollo di Wanna Marchi e ha rappresentato la finestra attraverso la quale le massaie sognavano di elevarsi, unica compagna di innumerevoli giornate.
“Wanna” è disponibile in streaming su Netflix a partire dal 21 settembre 2022.