Dopo quindici risultati utili consecutivi (due pareggi e tredici vittorie) arriva la prima sconfitta in campionato per il Napoli di Luciano Spalletti. Ed è una sconfitta meritata. L’unico tiro nello specchio è arrivato all’85’ da parte di Raspadori. Troppo, troppo poco.
Dopo un primo tempo equilibrato con l’Inter che avuto sì tre occasioni (con Darmian che ha messo clamorosamente alto, così come Lukaku, mentre Meret neutralizza Di Marco) ma su errori clamorosi del Napoli con Rrhamani, Anguissa (entrambi del tutto fuori fase) e Di Lorenzo. Il Napoli risponde con Zielisnki che cerca il piazzato con la porta spalancata, ma trova solo il fondo.
Nel secondo tempo, c’è tanta foga ma altrettanta confusione. Fino al 56′, Di Marco (lasciato solo) mette in mezzo, Rrhamani si fa aggirare da Dzeko che segna il suo decimo gol in campionato.
L’Inter non avrà altre occasioni. Ma il Napoli non reagisce. Osimhen è un fantasma, Kvarastkhelia ha un lampo al 60′, Anguissa sbaglia tutto. E se Lozano farà quello che ha fatto Politano, ovvero nulla, Dombelé, Raspadori ed Elmas daranno il loro. Come già detto un solo tiro in porta in 95 minuti vuol dire solo una cosa: sconfitta meritata.
Sconfitta che ovviamente diversi giornalisti già staranno cantando il De Profundiis al Napoli, ed anche alcuni pseudo tifosi. Però il vantaggio è ancora tanto (cinque punti dal Milan e sette dalla Juventus). E se il Napoli vuole essere una squadra che punta allo scudetto, deve metabolizzare questa sconfitta ed andare oltre.
Perché se il Napoli farà come l’Inter dell’Anno scorso (che bruciò sette punti di vantaggio ed anche il recupero con il Bologna) dovrà solo prendersela con se stesso.
