Film Netflix Re dell’ombra, trama e recensione

Adama (Alassane Diong) è cresciuto nella periferia di Parigi con una grave menomazione: è diventato cieco dopo essere stato investito, pur non essendosi dato mai per vinto nelle conseguenti difficoltà. Come se non bastasse lui, il suo fratellastro Ibrahim (Kaaris) e sua sorella Aissata (Assa Sylla) hanno dovuto anche subire la scelta del padre (Issaka Sawadogo) di unirsi a due donne in una situazione domestica alquanto tesa per tutti. Dopo la sua scomparsa Ibrahim, che guida una banda criminale, cerca di tirare Adama in mezzo ai guai e innesca l’ennesimo sconvolgimento.

“Re dell’ombra”, recensione

Ambientato in una delle zone d’ombra della capitale francese nella quale lo stato non riesce ad imporsi, “Re dell’ombra” vede come due protagonisti appunto due fratellastri che fin dalla nascita hanno vissuto in mezzo a diversi conflitti, prima in casa e poi per la strada. Tra thriller e melodramma, il film propone ad un certo punto un colpo di scena che avrebbe meritato sviluppi migliori da parte dello script firmato dallo stesso regista Marc Fouchard. Così come non si distinguono certamente per freschezza i dialoghi che non riescono ad uscire dal vicolo cieco del già sentito, aggiungendosi ad un intreccio pretestuoso e con poca tensione.

Un luogo insidioso come la banlieue parigina non ci trasmette l’adrenalina che dovrebbe, nonostante gli sforzi di costruire una messa in scena vagamente noir. Tra i pregi dell’opera c’è invece quello di instillare riflessioni sociali inerenti gli immigrati, che non si rassegnano e nel bene e nel male lottano per una vita migliore. Probabilmente anche per questo motivo il film è attualmente tra i più visti su Netflix, capace di conquistare una buona fetta di pubblico tra giovani e meno giovani.

Ibrahim è interpretato dal rapper Kaaris, già comparso in diversi altri lungometraggi, sulla cresta dell’onda in patria dal 2011 anche grazie ai featuring col collega Booba. Lui come gli altri attori non brillano particolarmente, con l’attenuante fornita dai grossi limiti di sceneggiatura: in generale quasi tutti i personaggi appaiono infatti poco profondi. Soluzioni come quella relativa ai riti voodoo e alla magia nera lasciano il tempo che trovano e appaiono completamente fuori contesto. Le scene più memorabili sono in fin dei conti quelle incentrate sulla cecità di Adama, dove troviamo le scelte più felici registicamente parlando per Marc Fouchard. Manca però quel guizzo di novità, quel coraggio di andare oltre gli stereotipi che avrebbe portato il lungometraggio oltre una striminzita sufficienza.

“Re dell’ombra” è disponibile in streaming su Netflix a partire dal 17 marzo 2023.


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