A causa del sovrappopolamento l’umanità ha avviato il progetto Seeds.Si tratta di cercare e colonizzare pianeti abitabili.
A causa di un sabotaggio, diverse navi vengono distrutte e molte altre atterrano su un pianeta abitale ma interamente desertico: Gunsmoke.Nonostante le difficoltà, i coloni sopravvissuti riescono a mettere in piedi una società molto simile al Far West.
Roberto e Meryll sono sue giornalisti alla ricerca di uno scoop, nella fattispecie trovare il leggendario fuorilegge Vash the Stampede.A causa delle storie anche a causa delle storie che gli circolano attorno, ovvero la distruzione di un’intera città, i due giornalisti si aspettano una specie di demone, trovando invece un ragazzo che si rifiuta di uccidere.
I due li aiuteranno a cercare il fratello, responsabile del sabotaggio delle astronavi dei coloni.La trama è un remake dell’omonimo manga del 1995 di Yasuhiro Nighthow, da cui fu anche tratto un anime nel 1998.
Voci di un rifacimento animato di Trigun sono relativamente vecchie.Infatti la trasposizione animata segue gli eventi del manga fino a metà circa (inserendo episodi filler, cioè episodi che non mandano avanti la trama), per poi prendere una piega completamente diversa.
In origine lo studio Orange (autore del notevole “Beastars” e del meno notevole Godzilla – Punto di singolarità) aveva fatto trapelare notizie di un’operazione alla “Full Metal Alchemist – Brotherhood”.Ovvero una trasposizione anime più fedele al manga e con un’animazione completamente rivisitata, in questo caso usando una grafica completamente in cel shading.
In realtà il remake è completamente diverso.
Se il protagonista, ovvero Vash, è rimasto di fatto invariato, tutto il resto è notevolmente cambiato.Del Trigun originale sono rimasti solo i nomi di alcuni personaggi principali: il Reverendo Nicholas, il crudele fratello Nail, la dolce Meryll (che da agente assicurativa diventa giornalista).
Aumentata invece la violenza, anche se mai gratuita, anzi accompagna molto bene la storia.Nonostante lo shock all’uscita del primo episodio, con diversi fan imbestialiti che parlavano già di fiasco totale.
Invece, a guardare con attenzione, Trigun Stampede è un ottimo esempio di Remake.Non sono i remake live action della Disney che si limitano a cambiare razza ai personaggi, ma è riscrivere completamente una storia vecchia e che necessitava di una rifrescata.
Lo stesso Yasuhiro Nightow ha dichiarato “Sono stato coinvolto fin dall’inizio, ma visto che c’era l’intenzione di rendere questo Trigun qualcosa di completamente nuovo, ho capito che sarebbe stata una grande sfida.Per questo, ho deciso di stare al loro fianco, così che se avessero fatto qualcosa di molto strano, sarei potuto intervenire.”
Prosegue aggiungendo “Ma man mano che la sceneggiatura veniva sviluppata, non avevo la sensazione che ci fosse una deviazione importante o altro; era un nuovo Trigun, e sentivo che erano in grado di capirlo”.
Parole che hanno fatto calmare i fan-boy.Non a caso sul sito anime click Trigun Stampede è passato da una valutazione media di 4 ad una di 6 (troppo poco a mi avviso).
Trigun Stampede dimostra, infatti, che se ci si può affrancare dall’ossessione di dover rimanere fedeli all’opera originale, fino alla stupidità.
Perché, se si ha il coraggio di osare, partendo ovviamente da una base estremamente solida, come appunto Trigun si possono ottenere ottimi risultati, capaci di stupire proprio in virtù della voglia di sperimentare, di ri-fare inteso di fare qualcosa di completamente nuovo.Perché, in fondo, remake vuol dire questo “Un remake riprende la storia precedente ma con un diverso cast e a volte cambiando i temi e l’ambientazione delle vicende”.
E lo studio è stato ripagato tento che, poco prima della prima visione dell’episodio finale, lo studio Orange, sul proprio profilo Tweet, ha annunciato che una seconda stagione vedrà la luce alla fine del 2023.Curiosità: il personaggio femminile di Milly è diventato maschile cambiando nome in Roberto (in un’inversione in contro tendenza con il politicamente corretto dei film e delle serie tv americane).
Il nome, l’aspetto ed il comportamento derivano dall’attore statunitense Robert De Niro.Il fondatore dello studio Eiji Inomoto è infatti un grandissimo fan dell’attore americano.
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