Equo compenso professionisti, quali sono le regole previste per il 2023?


Il 12 aprile 2023, la Camera ha approvato in via definitiva un disegno di legge nei confronti dei professionisti che percepiscono compensi sproporzionati al lavoro svolto. L’equo compenso diviene infatti legge, e si basa sul principio che la remunerazione percepita da un professionista per un servizio reso deve essere proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro che viene svolto.

Equo compenso professionisti, che cos’è?

Introdotto in Italia con il Decreto legge numero 148 del 2017, successivamente modificato dalla Legge di Bilancio 2018, il principio dell’equo compenso è stato negli anni revisionato fino all’approvazione da parte delle camere, in via definitiva, il 12 aprile 2023.

Nello specifico l’equo compenso è la retribuzione minima che un professionista deve percepire in base alla qualità e alla quantità del lavoro che ha svolto. A tal proposito, per garantire una corretta gestione dei compensi sarà istituito, presso il Ministero della Giustizia, l’Osservatorio nazionale sull’equo compenso. L’Osservatorio esprimerà pareri sulle norme che regolano la determinazione dell’equo compenso e segnalerà al Ministero della Giustizia le condotte, le prassi applicative e interpretative in contrasto con le norme sull’equo compenso e sulla tutela dei professionisti dalle clausole vessatorie.

Equo compenso professionisti, a chi è rivolto e quali sono le novità previste?

La norma, che si compone di 13 articoli, si applicherà alle prestazioni rese nei confronti della Pubblica Amministrazione, delle imprese bancarie e assicurative e delle imprese con più di 50 lavoratori o più di 10 milioni di euro di ricavi.

Nello specifico la nuova normativa ha inrodotto alcune novità, tra le quali:

  • ha ampliamento la platea di riferimento della norma, sia per quanto riguarda i professionisti interessati (tra i quali sono inclusi gli esercenti professioni non ordinistiche) sia per quanto riguarda la committenza che viene estesa anche a tutte le imprese che impiegano più di 50 dipendenti o fatturano più di 10 milioni di euro;
  • ha disciplinato la nullità delle clausole vessatorie, cioè quelle che prevedono un compenso per il professionista inferiore ai parametri;
  • ha rimesso al giudice il compito di rideterminare il compenso iniquo ed eventualmente di condannare l’impresa al pagamento di un indennizzo in favore del professionista;
  • ha disciplinato la decorrenza dei termini di prescrizione delle azioni relative al diritto al compenso, stabilendo che il termine di prescrizione del diritto al compenso da parte del professionista decorre dalla cessazione del rapporto con l’impresa ovvero, in caso di pluralità di prestazioni rese a seguito di un’unica convenzione e non aventi carattere periodico, dal compimento dell’ultima prestazione;
  • ha disciplinato la decorrenza del termine di prescrizione dell’azione di responsabilità professionale, individuando nel giorno del compimento della prestazione la relativa data di riferimento.

Inoltre, la normativa ha chiarito che:

  • gli ordini e collegi professionali devono adottare disposizioni deontologiche volte a sanzionare il professionista che violi le disposizioni sull’equo compenso;
  • le imprese committenti possono adottare modelli standard di convenzione concordati con le rappresentanze professionali;
  • la possibilità di avviare un’azione di classe, per la tutela dei diritti individuali omogenei dei professionisti in caso di mancato rispetto dell’equo compenso.

Si ricoda che la legge non si applica ai rapporti tra privati, che continueranno ad essere regolati dalla libera contrattazione.

Equo compenso professionisti, quali sono i compiti dell’osservatorio?

Una delle novità previste dalla normativa riguarda l’istituzione di un organismo di monitoraggio, chiamato Osservatorio nazionale sull’equo compenso, che avrà il compito di vigilare sul rispetto della legge. In particolare tale organismo può:

  • esprimere pareri o formulare proposte sugli atti normativi che intervengono sui criteri di determinazione dell’equo compenso o disciplinano le convenzioni;
  • segnalare al Ministro della giustizia pratiche elusive delle disposizioni sull’equo compenso;
  • presentare alle Camere una relazione annuale sulla propria attività di vigilanza.

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