Napoli, storia di Maria ‘a Rossa, il fantasma di Port’Alba


Anche oggi le bancarelle, come bouquet variopinti, sono disposte disordinatamente, andando su, verso “Porta delle Sciuscelle”, angolo del Mercatello (attuale Piazza Dante).

La fontanina, posta sotto i due alberi di carrube, è indispensabile, ormai, per dissetare centinaia di passanti che varcano le antiche mura angioine, dirigendosi verso Piazza Bellini o venendo giù, da Santa Maria di Costantinopoli, verso Via Toledo; grazie a quella che è ormai una sosta obbligata, i viandanti e quelli del posto, negli anni, hanno potuto assistere ed ammirare il fiorire della bellezza di una fanciulla che è divenuta donna bellissima e ambita.

Ella, infatti, abitando proprio in prossimità della fontanina, è esposta, di continuo, ad apprezzamenti ed imbarazzanti lusinghe: il colore degli occhi, l’incarnato della pelle ma soprattutto lo scarlatto dei capelli l’hanno resa la più desiderata del quartiere e dell’intera città.

Ma si sa, nelle storie di tanti, soprattutto di donne, le dicerie, la maldicenza vincono sempre e, questo, è uno di quei casi!

Si mormora, infatti, che Maria, per tingere di rosso i suoi capelli abbia rubato le fiamme all’inferno! Inutili, però, sono i mormorii; per fortuna non le interessano. Maria conduce la sua vita con riservatezza ed in tranquillità, tenendo lo sguardo sempre basso, schiva verso l’invadenza da cui è circondata.

Il sogno d’amore di Maria ‘a Rossa

Ma poi accade che, il suo sguardo incontra quello di Michele, un giovane conciatore di pelli dell’Infrascata (attuale Via Salvator Rosa, utilizzata dai contadini per salire con le bestie da soma e portare merci presso le nobili abitazioni del Vomero).

Maria è felice e vive finalmente il suo sogno d’amore; i suoi occhi si illuminano soltanto incontrando quelli di Michele, e così dopo giusto sei mesi dal giorno della proposta, finalmente, mano nella mano i due sposi oltrepassano il piazzale del Mercatello per dirigersi verso casa.

Maria è fiera e bellissima, il suo abito bianco è ammirato da tutti; la sua felicità è traboccante e sincera. Purtroppo, però, improvvisamente qualcosa di strano accade; alle loro spalle cade un fulmine e  Michele resta, come inchiodato, immobile, proprio vicino la fontanina; la sposa fa di tutto per smuoverlo, ma non vi riesce in alcun modo.

Quei tentativi, tanto amorevoli quanto disperati, non risolvono la situazione: Maria, così, impotente e stranita, abbandona la speranza e si arrende ai fatti,lascia il suo sposo lì dov’è: la felicità è svanita al cadere del tuono.

L’anima di ”Maria ‘a Rossa” sotto Port’Alba rivendica il suo amore

Quando rientra in casa, la disperazione ed il dolore, insopportabili, la trasfigurano; in poco tempo i capelli sbiancano e la pelle raggrinzisce; chi l’ha sempre adulata ora la rifugge.

Sono questi, purtroppo, anni in cui, dopo la Santa Inquisizione, basta poco per dichiarare strega una donna e condannarla a morte. Maria, ha i capelli rossi, e, soprattutto, non ha ceduto alle lusinghe dei tanti, dei potenti; ha amato solo il suo Michele, ma non ne muore,sopravvive,ed il patimento la trasforma così tanto da sconvolgere chi la incontra durante le rare e frettolose uscite.

Basta questo: patire un grande dolore che consuma il corpo, per accusare una donna e dichiararla “strega”, porla in una gabbia e sospenderla con un gancio all’arco, proprio lì, sotto Port’Alba.

Per giorni le urla strazianti di Maria accompagnano la vita di chi abita o semplicemente vi passa; senza cibo il suo corpo, anziché decomporsi, si pietrifica ed è allora che si decide di rimuovere il corpo impietrito e la gabbia per non arrecare fastidio a chi vi passi; a testimoniare l’ennesimo omicidio, commesso dall’ignoranza, dalla bramosia e dall’invidia, resta soltanto il buco che ha accolto il gancio della gabbia.

E’, dunque, per questo, che l’anima di ”Maria ‘a Rossa” è ancora sotto Port’Alba, dannatamente a rivendicare quell’amore che le è stato così crudelmente negato.

 

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