Giovanni Cefis uomo di fantasia che nel corso della sua carriera calcistica ha sposato i colori gialloblu. Quelli della Juve Stabia e quelli del Verona con la maglia dell’Hellas.
Sei stato protagonista di una delle partite più belle della storia della Juve Stabia, la vittoria contro il Lecce di Ventura per 3-2. Il suo ricordo?
-Juve Stabia – Lecce fu una grandissima partita per tutti, per me in modo particolare, feci una doppietta, su punizione ed al volo, contro una squadra che poi sarebbe andata direttamente in serie A, con Ventura in panchina con grandi calciatori. Credo che se avessero avuto più calma nei giudizi e ci avessero permesso di lavorare con Mister Specchia, quell’anno avremmo potuto fare una bella stagione ma purtroppo spesso si aprivano dei “processi” e si creava tensione ed abbiamo perso di serenità ed abbiamo rovinato il nostro percorso.
Al timone delle vespe ci stava il grande Presidente Roberto Fiore, il suo ricordo?
-Purtroppo il mio rapporto con il Presidente Roberto Fiore non è stato ottimo. Il cambio di allenatore da Specchia a Guida non fu ottimale. Oltre a cambiare la mia posizione in campo cambiarono anche altri rapporti. Fui anche messo fuori rosa e la fine della mia avventura con interruzione del rapporto si è conclusa a Milano quando fui ceduto.
Che cosa si porta dentro della sua avventura a Castellammare di Stabia?
-La mia avventura a Castellammare è stata bella, ma anche brutta per le cose dette prima. Parliamo delle cose belle perchè ho cresciuto mio figlio Filippo il primo anno in una bellissima zona come Vico Equense, ho conosciuto gente che ancora oggi sento e vedo come Giovanni Avallone che per me è come un fratello, ma anche Giovanni Malafronte, Massimiliano Giordano, Vittorio Conte e altri con cui ho avuto sempre un rapporto di amicizia sincero, poi lo scorso anno sono stato al Menti per la partita in memoria di Gaetano Musella ed ho potuto ancora incontrare vecchi compagni come Costantino e altri.
Invece un suo giudizio sui tifosi dello Stadio Romeo Menti?
-I tifosi sono sempre stati grandi, hanno sempre sostenuto la squadra a prescindere dai risultati, capendo da subito che tipo di squadra eravamo e sulle ambizioni che potevano realizzare. Impagabili!
Nel corso della sua carriera chi è stato il calciatore più forte che ha avuto dentro lo spogliatoio?
-Ho avuto diversi calciatori forti, Filippo Inzaghi con cui mi sento ancora, avevo capito che era un giocatore che aveva fame di goal ma anche altri come Balesini a Leffe che poi andò al Torino oppure Pezzoli, un centrocampista straordinario anche se un pò discontinuo. Voglio citare anche Raffaele Costantino alla Juve Stabia, un bel calciatore peccato per il grave infortunio subito che ha compromesso la sua carriera.
Un avversario che l’ha impressionata maggiormente?
– Mi sono confrontato con tanti calciatori forti. Batistuta ed Effenberg ma anche Montella. Poi ricordo anche Mazzeo del Lecce e Caccia quado giocava ad Ancona.
Adesso lei è un allenatore. Chi è stato per lei un Mister fonte di ispirazione?
-Non voglio sembrare opportunista ma credo che ogni allenatore nel bene e nel male mi abbia insegnato qualcosa, ad osservare certe cose, ad avere certi atteggiamenti con la squadra, però a me è sempre piaciuto Zeman per come faceva interpretare le gare ai suoi giocatori. Vero prendeva tanti gol, ma come filosofia di gioco in attacco resta il numero uno. Spesso mi sono confrontato con tanti miei colleghi e chi ha avuto Zeman come allenatore ha sempre espresso giudizi molto positivi sul Boemo.
Prossima fermata per la Juve Stabia il derby contro la Turris, come si prepara una gara così importante?
Il derby è facile da preparare, è una partita che non ha bisogno di spiegazioni, l’unica cosa credo che adesso la Juve Stabia non debba esasperare certi toni ma cercare di interpretarla come le altre, con l’obiettivo di fare la partita mettendo in campo quello che la sta contraddistinguendo in questo momento come la squadra migliore del girone.
In chiusura un suo ricordo di Verona?
Verona come la Juve Stabia, oltre ad avere gli stessi colori, sono due squadre che mi sono e mi resteranno sempre nel cuore, che seguirò sempre e che ogni volta che andrò a vederle mi faranno sempre sentire qualcosa di bello e strano addosso, perchè ho lasciato una parte importante di me.
Si ringrazia Giovanni Cefis per il tempo concesso per questa intervista
( Foto principale concessione Cefis social)