Italia è un triste e meritato epilogo

Italia il disastro azzurro contro la Svizzera. Il punto di Gianfranco Piccirillo

 

Dopo il disastro di questi europei, culminato con la netta sconfitta agli ottavi contro la Svizzera, le dimissioni di Spalletti avrebbero dovuto rappresentare il naturale epilogo, che peraltro avrebbero inchiodato il presidente Gravina alle sue responsabilità e invece non sono arrivate. La nazionale ha giocato malissimo anche questa volta e il tecnico non ha convinto nella formazione iniziale con cambi eccessivi a centrocampo e in attacco, rispetto alle reali esigenze, che peraltro erano dovute in difesa per l’infortunio di Dimarco e la squalifica di Calafiori. La Svizzera nel primo tempo ha dominato in lungo e in largo, riuscendo a realizzare una sola rete con Freuler, solamente per altre due splendide parate di Donnarumma, anche oggi migliore in campo degli azzurri. l’Italia invece non è riuscita mai a tirare in porta, con un unico spunto interessante di Chiesa e gli altri due attaccanti non pervenuti, anche perché El Shaarawy, schierato a sorpresa, ha fatto in realtà il terzino, rischiando pure l’espulsione. Fagioli, preferito a Jorginho, ha fatto giusto un pochino meglio dell’oriundo brasiliano, mentre Scamacca e Cristante sono stati a dir poco abulici, come peraltro Darmian e lo stesso Mancini, scelto come sostituto di Calafiori. La squadra non riesce ad essere reattiva, subisce senza reagire, difende pure in un modo non impeccabile e non creando soluzioni di possesso palla, non riesce ad essere pericolosa. Spalletti forse crede solo ad un problema di carenza atletica e punta sull”ingresso immediato nella ripresa, solo di Zaccagni al posto del deludente faraone El Shaarawy, ma il cambio viene immediatamente depotenziato dal gol di Vargas, che un poco ricorda proprio la conclusione del calciatore della Lazio contro la Croazia. Insomma si chiude il discorso già ad inizio del secondo tempo, anche se due pali, frutto comunque di due episodi isolati, avrebbero potuto clamorosamente riaprire ancora gara e qualificazione. La fortuna, però, questa volta ha deciso di abbandonare completamente la nazionale, che ad essere onesti avrebbe dovuto lasciare la competizione già nella fase a gironi, per lo spettacolo deprimente offerto in gran parte delle tre precedenti gare con Croazia, Spagna e perfino con l’Albania.

 

Gli ingressi successivi di Retegui, Cambiaso, Pellegrini e Frattesi, con i conseguenti cambi di modulo, altro aspetto che ha caratterizzato in modo eccessivo la gestione di Spalletti agli europei, non cambiano la sostanza della partita, con la Svizzera che si limita a gestire il punteggio senza cercare il terzo gol. L’episodio del palo di Scamacca a pochi passi dalla porta è indicativo del pessimo torneo continentale disputato dall’attaccante, che invece si esalta nell’Atalanta di Gasperini. Il calcio italiano è in crisi da tanti anni e speriamo che in questi europei sia stato toccato il fondo, dal quale però per ripartire è necessario fare tabula rasa di gran parte dei calciatori e dello stesso tecnico, che dopo lo scudetto ottenuto con il Napoli, ha fallito completamente il rilancio della nazionale, che si trova a ripartire per l’ennesima volta da una figuraccia in una competizione internazionale, pur essendo campione d’Europa in carica. Il coraggio di chiedere scusa l’ha trovato solo il capitano stabiese Donnarumma, mentre da Spalletti nessuna parola a riguardo, anche se ha chiesto di non contestare i calciatori, assumendo almeno su di sé il carico delle inevitabili critiche.


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