Dopo la vittoria di Toti alle elezioni regionali del 2015 e quella di Bucci alle amministrative di Genova, la Regione Liguria non può essere considerata più un feudo della sinistra, nonostante l’aggiunta significativa del movimento 5 stelle dell’indigeno Beppe Grillo.Infatti l’ex giornalista di Mediaset Giovanni Toti riuscì inizialmente a sfruttare proprio la forza del Movimento 5 Stelle, capace di prendere da solo il 24%, nel 2015, per strappare la Regione al partito democratico.
Durante il periodo del COVID-19 nel 2020 la vittoria del presidente Toti, attualmente dimissionario e patteggiatore, è stata addirittura molto netta.Queste nuove elezioni invece, che si terranno domenica 27 e lunedì 28 ottobre del corrente anno, arrivano in una situazione politica completamente diversa, con il centrosinistra che sembrerebbe favorito a causa dell’inchiesta giudiziaria, che ha portato appunto al patteggiamento e alle dimissioni di Toti dalla presidenza della giunta regionale della Liguria.
Il Partito Democratico per riconquistare la regione ha deciso di proporre la candidatura di uno dei suoi più importanti dirigenti nazionali, l’ex ministro Andrea Orlando, spezzino autorevole, che è riuscito a trovare l’accordo con Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, e diverse realtà civiche, tra le quali spicca una lista formata sul modello delle europee da Più Europa, psi e persino qualche esponente del tanto discusso partito di Renzi, Italia viva.Orlando è sostenuto inoltre anche da una lista, che comprende i simboli di Azione, Alleanza Civica Liguria, Partito Repubblicano Italiano, Repubblicani Europei e Popolari Europeisti Riformatori. È una lista forte perché la capolista a Genova è Cristina Lodi, consigliera comunale e segretaria regionale di Azione, seguita da Pippo Rossetti, consigliere regionale uscente, entrambi ex Pd, nel quale erano considerati campioni di preferenze.
Per quanto riguarda il centrodestra, alla fine i partiti maggiori, Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati hanno scelto di candidare l’attuale sindaco di Genova, forte di un secondo mandato nel capoluogo ligure e soprattutto di una battaglia vinta contro una brutta malattia.Le vicende delle scissioni del movimento 5 stelle hanno portato anche alla candidatura dell’ex senatore grillino, già presidente della commissione antimafia, Nicola Morra, sostenuto da una formazione politica denominata Uniti per la Costituzione.
Francesco Toscano è il candidato del movimento Democrazia Sovrana Popolare in continuità con le politiche, mentre sull’estrema sinistra ci sono anche le candidature di Marco Ferrando, da tempo leader del Partito Comunista dei Lavoratori, e di Nicola Rollando in rappresentanza di tre partiti, Potere al popolo, Pci e Rifondazione Comunista.Sono pure candidati alla presidenza in Liguria Maria Antonietta Cella del Partito Popolare del Nord, Davide Felice di Forza del Popolo e Alessandro Rosson per Indipendenza.
Ovviamente Marco Bucci e Andrea Orlando sono i candidati più importanti a queste elezioni regionali e secondo diversi sondaggi sarebbero praticamente alla pari, entrambi intorno al 46%.In particolare questa situazione di equilibrio è uscita fuori nella trasmissione di Bruno Vespa sulla rai, Porta a porta, grazie ad un sondaggio di Noto.
Ma la percentuale di indecisi è notevole e saranno decisivi per la vittoria di uno dei due schieramenti principali, mentre gli altri sette candidati non dovrebbero superare tutti insieme una percentuale a doppia cifra.Il candidato del centro sinistra Orlando con diversi parenti in Campania, che però questa volta non possono sostenerlo, sta svolgendo la sua campagna elettorale attraverso incontri, viaggiando rigorosamente sui mezzi pubblici, siano essi treni o autobus, incontrando diverse associazioni e tutte le categorie di lavoratori, perché ritiene che, oltre la vittoria, sia importante far arrivare la politica e la proposta della coalizione per il futuro della regione non solo nelle città grandi, ma in tutti i luoghi della Liguria.
Orlando non è furioso, ma nella serenità risente della provenienza dal PCI, trasmigrata poi nelle sue diverse evoluzioni, fino a giungere al partito democratico, di cui è stato uno dei fondatori nel 2007.Nel PD è considerato uno dei principali rappresentanti dell’area socialdemocratica, ed è stato eletto deputato in tutte le ultime cinque legislature, ricoprendo importanti incarichi parlamentari, come quelli nella commissione bilancio e nella commissione antimafia.
Il 23 febbraio 2017 si è cimentato pure alle elezioni primarie come candidato per la segreteria del PD, in competizione con Matteo Renzi e Michele Emiliano, arrivando secondo.Dal 17 aprile 2019 al 17 marzo 2021 è stato eletto vicesegretario del PD e soprattutto ha più volte ricoperto le cariche di ministro, in particolare dell’ambiente nel governo Letta dal 2013 al 2014, addirittura poi Guardasigilli, sia nei governi guidati da Renzi dal 2014 al 2016, che in quelli di Gentiloni dal 2016 al 2018, concludendo per il momento la sua attività ministeriale al dicastero del lavoro e delle politiche sociali nel governo Draghi dal 2021 al 2022.
Marco Bucci in questa campagna elettorale è oggetto di attacchi personali sul suo stato di salute da parte del candidato ex grillino Nicola Morra, ma trova forza nel grande sostegno dei partiti presenti, sia nell’ultimo governo di Toti, che in quello nazionale attuale, vale a dire Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati.Inoltre Bucci è appoggiato pure da altre formazioni politiche come l’UDC e Alternativa Popolare, che dopo le esperienze in Umbria e alle europee sta entrando nella coalizione di centro destra, e da alcune liste civiche denominate Vince Genova, con alcuni membri di Avanti Liguria, e Toti per Bucci, che lo avevano già sostenuto alle comunali di Genova e Orgoglio Liguria, formata da ex esponenti di Azione, Italia Viva e della Lista Toti e attualmente membri dell’associazione chiamata Genova Domani, per un totale di sette liste.
Bucci dopo avere preso tempo per le sue condizioni di salute ha accettato la candidatura, e sembra aver riportato la coalizione di centro destra in partita, nonostante i guai giudiziari accertati del presidente uscente Giovanni Toti.Insomma sulle elezioni regionali in Liguria pesano le incognite di Toti da una parte e Renzi dall’altra.
Orlando dopo le dichiarazioni di chiusura del campo largo da parte del leader del movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, si trova in difficoltà nei rapporti soprattutto con Matteo Renzi, perché l’ex segretario del PD non ha preso posizione nei suoi confronti, esprimendo anzi le testuali parole: “È una rottura in Liguria.Siamo fuori dalla campagna elettorale.
Che perda il peggiore”.
I sondaggi contrastanti, le polemiche per i veti di Conte, e le inchieste giudiziarie, fanno capire come queste elezioni regionali, andando oltre la territorialità rendano la partita nazionale.Sono quindi mobilitate sia Giorgia Meloni, che chiuderà la campagna elettorale di Bucci con Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi il 25 ottobre, sia Elly Schlein, che sta spesso al fianco di Orlando, ma separatamente da Conte e Calenda.
La vicenda Renzi ha forse un peso più politico che numerico, ma esprime comunque le difficoltà della coalizione di centro sinistra, che dopo la Liguria dovrà affrontare altre sfide importanti in Emilia Romagna e Umbria, nelle quali Conte ha già detto che pure non ci saranno liste di M5S alleate a quelle di Italia viva.In questa situazione politica la segretaria del PD, Elly Schlein, sembra subire i ricatti del partner di minoranza a 5 stelle, ma Orlando sta cercando di chiudere la campagna elettorale a Genova, con tutti i leader della coalizione sul palco insieme a lui.
Il problema è anche convincere Calenda, pur senza Renzi, perché il leader di Azione, proprio per l’alleanza sancita con la sinistra in Liguria, ha subito l’abbandono di tre parlamentari importanti come le ex ministre Gelmini e Carfagna e la stessa Versace, che si dichiarano non compatibili con gli estremismi.Ma anche la variabile dell’ex presidente della giunta regionale, Giovanni Toti, potrebbe pesare nell’ambito della coalizione opposta Infatti il suo libro, in uscita Il 15 ottobre, intitolato “Confesso ho governato”, farà tornare l’opinione pubblico a ragionare sull’inchiesta giudiziaria, che ha portato al patteggiamento, dopo i mesi trascorsi ai domiciliari, di Toti, con la condanna a due anni e un mese, per corruzione impropria e finanziamento illecito.
La presenza alla presentazione del libro di Toti del candidato presidente Bucci e degli altri candidati ed esponenti di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, potrebbe essere interpretato politicamente in vario modo, passando dalla convenienza politica alla solidarietà, ma ci sarebbe anche la condanna da parte dell’elettorato giustizialista di destra.Così, nei vertici nazionali del centrodestra si stanno interrogando sull’opportunità di avere o meno la presenza di Giovanni Toti sul palco.