Il programma televisivo Fuori dal Coro ha recentemente riportato alla luce la difficile situazione di molti bambini, tra cui un piccolo paziente autistico in lista d’attesa da oltre tre anni, con le sue esigenze assistenziali ancora inevase.Il caso, purtroppo, non è isolato: in Campania, molti bambini autistici e le loro famiglie si trovano a fare i conti con un’assistenza che tarda ad arrivare, non solo nei centri accreditati afferenti alle diverse ASL, ma anche nei servizi ambulatoriali erogati direttamente dalle stesse Aziende Locali Sanitarie, che non riescono a coprire il fabbisogno dell’ assistenza riabilitativa sul territorio, nonostante le competenze siano presenti e i professionisti pronti ad operare.
La cronistoria di un concorso bloccato
Il concorso, bandito dall’Asl Napoli 1 Centro, mirava a coprire 20 posti per educatori professionali socio-pedagogici, un ruolo essenziale per l’inclusione e il sostegno educativo di minori, disabili, pazienti psichiatrici e altre categorie fragili.
Nonostante la graduatoria sia stata completata e approvata nell’aprile del 2023, il processo di assunzione si è arenato per motivi non del tutto chiari.l’Asl Napoli 2 Nord, che aveva avviato il processo di reclutamento degli educatori lo scorso settembre, ha successivamente bloccato l’iter, sollevando non pochi dubbi e perplessità tra i partecipanti al concorso e tra le famiglie che attendono i servizi di questi professionisti.
La circolare e l’interpretazione controversa
Al centro del blocco delle assunzioni, sembrerebbe esserci un’interpretazione controversa di una circolare regionale, emessa lo scorso novembre, che vieterebbe agli educatori socio-pedagogici di operare in ambito sanitario.
Tuttavia, questo limite è stato ampiamente contestato, poiché la normativa nazionale (in particolare la legge 205/2017 e altre disposizioni successive) riconosce il ruolo e la legittimità della figura dell’educatore socio-pedagogico all’interno dei servizi sanitari.anche il tar Campania si è recentemente espresso, dichiarando infondata la tesi secondo cui in ambito sanitario dovrebbero operare esclusivamente educatori con formazione socio-sanitaria.
Ciò, dunque, lascia aperta la possibilità di utilizzo degli educatori socio-pedagogici, la cui presenza nei servizi sanitari appare fondamentale per dare risposta alle crescenti esigenze assistenziali.
La nascita del “Comitato idonei educatori socio-pedagogici”
In risposta a questi ritardi e difficoltà, è stato recentemente fondato il Comitato idonei educatori socio-pedagogici, un gruppo nato con l’obiettivo di rappresentare e sostenere i diritti degli educatori idonei e sensibilizzare le istituzioni sul valore e sull’urgenza della loro assunzione.Il comitato si è fatto portavoce delle istanze dei professionisti che, pur avendo superato il concorso, restano in attesa di un incarico, e delle famiglie che vivono le conseguenze di questi rallentamenti sulla propria pelle.
L’appello al governatore De Luca e la situazione delle famiglie
A inizio anno, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, aveva annunciato l’intenzione di procedere con lo scorrimento delle graduatorie per gli idonei delle Asl regionali, al fine di migliorare i servizi del territorio e ridurre le lunghe liste d’attesa.
Tuttavia, nonostante questo intento, le famiglie di bambini autistici e altri minori con necessità assistenziali sono tuttora in attesa di risposte concrete.La situazione costringe i genitori a farsi carico di assistenze e terapie che, in una situazione ordinaria, dovrebbero essere fornite dal servizio pubblico.
Si tratta di un peso non indifferente, sia in termini economici che emotivi, che molte famiglie non riescono più a sostenere.
Un invito alla riflessione e all’azione
La vicenda dei bambini autistici in attesa di supporto, così come quella degli educatori che restano senza collocazione lavorativa, invita a una riflessione profonda sulla necessità di snellire e velocizzare i meccanismi burocratici che, spesso, ostacolano l’erogazione di servizi essenziali.La Regione Campania ha davanti a sé l’opportunità di valorizzare questi professionisti e rispondere alle esigenze delle famiglie, superando le difficoltà interpretative e procedurali che finora hanno limitato l’utilizzo degli educatori socio-pedagogici nelle Asl.
In un momento storico in cui il supporto ai minori e alle famiglie è cruciale, l’auspicio è che le istituzioni regionali possano trovare rapidamente una soluzione, garantendo che le risorse professionali a disposizione siano messe al servizio della comunità.