Pompei – La prima domenica di novembre, giorno di apertura gratuito dei musei e beni culturali italiani è stata l’occasione per una visita a Pompei, in particolare alla Villa Dei Misteri.
Arrivare a Pompei in treno, con la Circumvesuviana è facile. Il biglietto costa circa € 3 ed il treno impiega da Napoli una mezz’ora abbondante ad arrivare. Durante il viaggio si attraversa la zona industriale di Napoli Est, si vede il mare, molte serre, testimonianze della fertilità della Campania Felix, e scorci del Vesuvio.
Pompei è sulla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO dal 1997, come attesta una targa all’ingresso. L’iscrizione è prestigiosa, però non garantisce fondi e la responsabilità della conservazione del Sito, per le future generazioni, spetta allo Stato. La Villa dei Misteri è lontana dal centro dell’antica città Romana.
Per questo, pur avendo esplorato spesso Pompei, non l’avevo mai vista. La Villa prende nome dai riti esoterici e cerimonie religiose che vi si celebravano clandestinamente, poiché proibiti dalla religione romana canonica all’epoca. L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
ha distrutto la vita della città, preservando però la sua struttura e conservando le cavità occupate dai corpi delle vittime. Così vediamo due corpi nella Villa, e molte pitture del Secondo Stile, ovvero caratterizzate da elementi architettonici.
Man mano che si entra più all’interno le pitture cambiano, mostrando ambienti esotici, piante, creature mitologiche. Le influenze dall’Egitto e dalla Grecia, sono evidenti. La freschezza dei colori, la forza del Rosso Pompeiano, sorprendono.
Il salone affrescato è meraviglioso e la bellezza dell’affresco fa capire lo scarto di tecnica, di interpretazione artistica, tra la Civiltà Romana e quella Medievale, in cui le regole della prospettiva e il realismo della rappresentazione furono perduti. Gli affreschi sono paragonabili, per bellezza e complessità, alle opere del Rinascimento più raffinato.
La bellezza, la sessualità, la spiritualità sono celebrate in maniera semplice e armoniosa. Purtroppo la visione della Villa non include la parte Rustica, dove veniva fatto il vino. Sappiamo che il Torchio è stato ricostruito e il Torcularum (la stanza che ospitail Torchio)i Dolia de fossa, ovvero le enormi anfore interrate in cui si conservava, sono presenti, ma non visitabili.
Queste testimonianze sono importanti perché permettono di capire che molte Ville funzionavano come aziende agricole, riuscendo anche a esportare il vino e altri prodotti via mare.
Sula via del ritorno siamo passati per delle Domus altrettanto famose, come quella del Poeta Tragico, con il cane da guardia (Cave Canem!), la Casa del Fauno Danzante, con il mosaico della Battaglia di Alessandro, la Casa dei Vetti, con il Dio Priapo e il suo Fallo smisurato, simbolo di fertilità e fortuna, e la scritta romana in cui una serva della Casa veniva offerta in prostituzione per soli due assi, cifra irrisoria.
Segno che i Vetti avevano pochi scrupoli su come far soldi. Ad accompagnarci a fine visita è stata Valeria, guida turistica a Pompei, che ci ha detto che queste giornate di accessi gratuiti hanno grande successo anche se generano un pò di trambusto. I turisti spesso toccano le pareti dipinte, magari perché sono lisce e fresche, senza rendersi conto che un gesto banale può comprometterne la conservazione.
Tuttavia l’atmosfera è serena e si ha davvero la sensazione di ritornare indietro nel tempo verso una civiltà che abbiamo forse idealizzato ma che continua a regalare nuove scoperte. Anche se guardate il video, cercate di visitare la Villa dei Misteri di persona, perché la videocamera non riesce a trasmettere completamente la bellezza dei luoghi.