Politica: Il centro è della sinistra ?


Le regioni centrali della penisola italiana e in particolare l’Emilia Romagna storicamente rappresentano territori legati ai partiti della sinistra, più di quelli moderati. Il problema però, più che geografico è politico, perché con l’inesorabile avanzata delle destre negli Stati Uniti, in Europa e in buona parte del pianeta, i partiti di centro rappresentano una sfida per la sinistra, nel senso di sottrarli dall’orbita degli schieramenti conservatori, per arricchire la propria proposta programmatica e cercare di vincere le sfide elettorali, come è appena avvenuto in due regioni italiane.

Intanto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che pure può essere considerato politicamente di centro, è stato eletto all’unanimità presidente di Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani, dall’assemblea riunita nella sede di Lingotto fiere a Torino, città simbolo del settentrione italiano.

Il sindaco di Ascoli Piceno, città di una regione del centro Italia, Marco Fioravanti invece è stato eletto, sempre all’ unanimità’, presidente del Consiglio nazionale dell’Anci. Dall’altra parte della barricata politica, Raffaele Fitto, politico di centro di lungo corso, seppure aderente attualmente ad un partito di destra come Fratelli d’Italia, ha ricevuto a Bruxelles il via libera per un ruolo di grande importanza dei coordinatori politici delle commissioni europarlamentari competenti per le audizioni.

Infatti l’ex presidente della Regione Puglia e attuale ministro del governo Meloni, Raffaele Fitto e la spagnola Teresa Ribera, sono i nuovi vice presidenti esecutivi designati della nuova Commissione europea. Le ultime elezioni regionali del 17 e 18 novembre hanno determinato come nuovo presidente dell’Emilia Romagna il candidato del centrosinistra Michele De Pascale, che si è imposto con il 56,8% sulla rivale del centrodestra Elena Ugolini, ferma al 40,1%.

Anche in Umbria, dopo un testa a testa iniziale nei primi exit poll, ha vinto con un margine abbastanza ampio il centrosinistra e peraltro con una partecipazione al voto superiore alla metà degli aventi diritto di due punti percentuali, al contrario dell’Emilia Romagna, ferma al 46,4%. Stefania Proietti, esponente di centro ha vinto con il 51,1% dei voti, staccando di cinque punti la presidente della giunta regionale umbra uscente del centrodestra, Donatella Tesei, che si deve accontentare del 46,2% dei consensi.

In entrambe le regioni il centrosinistra si è presentato nella formazione del “campo larghissimo” con dosi di centro, in un’alleanza, che teneva insieme da Azione al M5S, passando per alcuni esponenti di Italia viva di Renzi, candidati nelle liste civiche più moderate che di sinistra. Per quanto riguarda il voto di lista, in Emilia Romagna il Pd è il primo partito con il 42,9%, seguito da FdI al 23,7%.

Forza italia si attesta al 5,6%, mentre Alleanza verdi e sinistra ottiene un lusinghiero 5,3%, stesso risultato della Lega di Salvini con la lista civica di Elena Ugolini al 5,1% e invece quella a sostegno di De Pascale solo un poco inferiore al 3,8%. Il Movimento 5 Stelle si ferma al 3,5%, mentre la lista riformista di Azione, Più Europa e psi sfiora il 2%.

Quindi alle forze di maggioranza a sostegno del neo presidente Michele De Pascale vanno 33 seggi mentre all’opposizione di centrodestra circa la metà, 15. Il PD è abbondantemente il partito di maggioranza con 27 seggi, 3 seggi sono assegnati ad Alleanza verdi e sinistra, 2 a Civici con De Pascale presidente e uno al M5S.

Per l’opposizione 11 seggi sono assegnati a Fratelli d’Italia, 2 a Fi-Noi moderati, uno a Lega Salvini Emilia Romagna Il popolo della famiglia, uno a Rete civica Elena Ugolini presidente. Anche in Umbria il PD è nettamente il primo partito con il 30,2%. Seguono Fratelli d’Italia al 19,4% e Forza Italia al 9,7%, con la Lega al 7,7%.

Il Movimento 5 stelle si attesta al 4,7%, mentre Avs è al 4,3 per cento. Alternativa popolare, la lista del discusso sindaco di Terni Stefano Bandecchi, in coalizione con il centrodestra, non brilla e raggiunge solo il 2,2 per cento. Alla maggioranza che ha appoggiato Stefania Proietti toccano dodici seggi, all’opposizione di centrodestra sette, con la ripartizione che assegna 7 seggi al PD, 1 ad Avs, 1 al M5s e 1 alla civica Umbria Domani Proietti Presidente, mentire la lista dei riformisti Umbra Futura con il 2,4% resta fuori dal consiglio regionale.

Nel centrodestra Fdi ottiene 3 seggi, Forza Italia 2, Lega di Salvini e civica a sostegno di Tesei 1 ciascuno. Da sindaca di Assisi, passando per la Provincia di Perugia, fino alla candidatura vincente alla presidenza della giunta regionale umbra, Stefania Proietti si è sempre posta nel solco dei valori di San Francesco, come espressione del centro cattolico.

Dunque una candidata di centro nel campo largo di centrosinistra, ha vinto la “sfida”, con un’altra donna la leghista governatrice uscente, Donatella Tese, ma anche con il leader di Democrazia Sovrana e popolare Marco Rizzo, che ha ottenuto appena l’1,1% e altri candidati, ai quali ha lasciato solo le briciole.

La quasi cinquantenne Proietti, sposata e madre di due figli, ingegnera e docente universitaria, prima cittadina della città di San Francesco dal 2016 e poi presidente della provincia di Perugia, ha detto di volersi ispirare proprio ai contenuti del Cantico delle creature. Infatti il suo programma di governo ha messo in primo piano la Pace, la non violenza, e l’attenzione verso gli ultimi.

Invece il nuovo presidente della giunta Emilia Romagna, Michele De Pascale, è più giovane di circa dieci anni della Proietti e politicamente’ meno di centro e più di sinistra. Infatti ha trentanove anni, di origini campane, salernitane per la precisione, ed è il successore dell’attuale presidente del partito democratico, Stefano Bonaccini, che ha dato le dimissioni da presidente della giunta regionale dell’Emilia Romagna dopo esser stato eletto al Parlamento europeo alle elezioni di giugno.

De Pascale è Sindaco di Ravenna dal 2016, e ha iniziato la sua carriera politica nel 2004 quando venne eletto consigliere comunale a Cervia, tra le liste dei DS, i Democratici di Sinistra. Nel 2007 Michele De Pascale aderì al nascente Partito democratico, con cui viene rieletto consigliere a Cervia nel 2009.

Poi nel 2011 ha ricoperto il ruolo di assessore agli Affari generali e legali, alle politiche comunitarie e turistiche, al marketing territoriale fino al 2013, quando è diventato segretario provinciale del Pd di Ravenna. Alle amministrative del 2016 De Pascale viene eletto sindaco di Ravenna e subito dopo anche presidente dell’omonima Provincia.

A termine del suo primo mandato, viene riconfermato nel 2021 alla guida della città di Ravenna e dal 2018 è anche presidente dell’UPI, l’Unione delle Province d’Italia. Alle elezioni Regionali è stato sostenuto ovviamente dal suo partito, il PD, ma anche movimento 5 stelle, Alleanza verdi e sinistra, la lista riformista e due liste civiche.

Michele De Pascale ha vinto nettamente con oltre il 56% delle preferenze, mentre Elena Ugolini, la sua principale avversaria, appoggiata da tutto il centrodestra, ha raccolto poco più del 40% dei voti. Tra i due avversari principali quindi il distacco è stato di oltre 16 punti e Il risultato ha confermato comunque gli ultimi sondaggi, che davano De Pascale come nettamente favorito.

Per quanto riguarda gli altri due candidati, Federico Serra, sostenuto da Potere al Popolo, Pci e Rifondazione comunista, ha raccolto l’1,9% mentre Luca Teodori, che ha rappresentato la lista Lealtà, Coerenza, Verità, che comprende parte del movimento no vax, si è fermato solo all’1,2%.  

 

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