Giappone e Italia si somigliano e si pigliano


Le due nazioni sono distanti diverse migliaia di Kilometri, eppure hanno diversi elementi in comune e un legame che le ha viste spesso protagoniste assieme nel bene e nel male, come nella seconda guerra mondiale.

Certamente è famigerato il patto tripartito, che formalizzò l’alleanza tra Giappone, Italia e Germania, tre Paesi conosciuti in quel drammatico periodo come le potenze dell’Asse. Tramite il patto, il Giappone riconosceva la leadership di Germania e Italia per stabilire un nuovo ordine in Europa.

Fortunatamente sono lontani quei tempi, che portarono morte e distruzione, ma il legame tra le due nazioni resta e si è trasformato in azioni virtuose nel corso dei decenni successivi alla guerra. Ad esempio dal 1960 è attivo un sentito gemellaggio tra Napoli e Kagoshima, città del Kyūshū, che rappresenta una delle otto regioni in cui è diviso il Giappone.

Kagoshima somiglia incredibilmente alla città partenopea, perché è bagnata dal mare, con un clima mite e soleggiato, ma soprattutto per il panorama cittadino caratterizzato dall’imponente visione del vulcano Sakurajima, creando una fotografia che ricorda un modo evidente il nostro Vesuvio.

Proprio i due vulcani e il forte legame, che le due città hanno con essi, rappresentano il punto di contatto più evidente. Da una parte il Vesuvio, uno dei due vulcani attivi dell’Europa continentale, emblema di Napoli nel mondo, e dall’altra il vulcano Sakurajima, parola giapponese, indicante un “isola dei ciliegi”, che però fuma costantemente, ricoprendo il cielo di Kagoshima di nubi.

Entrambi i vulcani fanno parte di Parchi Nazionali protetti, che sono mete turistiche attrattive, stagliandosi imponenti sul mare blu delle rispettive metropoli, ma fanno anche paura per le possibilità di un’eruzione pericolosa in futuro. Inoltre gli sciami sismici, che attualmente si stanno ripresentando insistentemente nella zona flegrea di Napoli, rendono la somiglianza con il Giappone ancora più evidente dal punto di vista della convivenza coi terremoti, che devono subire le due popolazioni.

Il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, è stato recentemente in visita di Stato in Giappone. Il nostro capo dello Stato, accompagnato dalla figlia Laura e dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, nel corso della sua permanenza nel territorio nipponico ha preso pure, per spostarsi da Tokyo a Kyoto, il famoso treno veloce Shinkansen.

Dopo una visita privata al tempio e al giardino Nanzen-ji, Mattarella ha incontrato una delegazione di cittadini italiani, presenti da tempo per lavoro in Giappone. Dopo Kyoto il presidente infine, e non casualmente nel giorno della festa che commemora il martirio delle donne, è stato ad Hiroshima, città martoriata dalla bomba atomica, che ha rappresentato la sua ultima tappa della missione politica in Giappone.

Il Paese del Sol Levante è molto importante nella dimensione internazionale e per l’amicizia crescente con l’Italia. Tra Roma e Tokyo, ha detto testualmente il capo dello Stato : “c’è una collaborazione preziosa, anche perché basata su valori di convivenza i più sani e più responsabili che vi siano in questo momento nella comunità internazionale e in cui Giappone e Italia si trovano perfettamente d’intesa”.

Con questo spirito di collaborazione il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Ministero dell’Economia, del Commercio edell’Industria del Giappone hanno firmato, a Tokyo, un documento congiunto sulla cooperazione economica, industriale e tecnologica tra i due Paesi.

L’accordo ha lo scopo di accrescere le sinergie industriali, oltre che a realizzare investimenti nei reciproci settori di interesse. La cooperazione si attuerà tramite la promozione di collaborazioni tra aziende e startup nel campo delle tecnologie di nuova generazione, vale a dire intelligenza artificiale, semiconduttori, biotecnologie, tecnologie quantistiche.

Ma il reciproco interesse fra Italia e Giappone riguarda anche altri settori, seppure partendo da una serie di prospettive diverse, che restano comunque interdisciplinari come, l’architettura, il design, la filosofia, il giornalismo, la letteratura, la musica, il pensiero politico, la pittura, la psicologia e ovviamente, la storia, anche con le vicende drammatiche di conflitti, le influenze culturali, relazioni diplomatiche, scambi commerciali e i trattati internazionali.

Scritti sia in italiano che in inglese, in questo senso, sono interessanti i contributi, che si ritrovano negli articoli di Raoul Bruni, Silvia Catitti, Edoardo Gerlini, Morihisa Ishiguro, Haruyuki Kojima, Michele Monserrati, Francesco Morena, Shunsuke Shirahata, Kin’ya Sugiyama, Manila Vannucci e Francesco Vossilla, che offrono suggestivi e validi strumenti per comprendere differenze, somiglianze e comuni interessi, che da lungo tempo ormai caratterizzano i rapporti fra Italia e Giappone.

Per quanto riguarda la cucina e la moda, in Giappone amano l’italiano Girolamo Panzetta, che ha avviato un progetto di agricoltura sostenibile, unendo tecnologia e tradizione. L’impegno di Panzetta va oltre la sostenibilità ambientale, perché ha creato una comunità che accoglie giovani orfani, offrendo loro una casa e la possibilità di lavorare nei campi, proprio nelle zone rurali del Giappone, che come in Italia stanno vivendo un progressivo spopolamento, e questo progetto sta rappresentando una rinascita per le comunità locali.

Girolamo Panzetta in Giappone può essere considerato ormai non solo una celebrità, ma anche un innovatore, che sta dimostrando come le radici italiane possano essere un veicolo per il progresso. Per il pubblico giapponese, Panzetta non è solo “l’italiano più famoso”, ma anche un simbolo di come le differenze possano arricchire entrambi i mondi.

La storia di Girolamo Panzetta sembra una favola, ma è una splendida realtà, perché l’italiano in Giappone svolge diverse professioni, presentatore televisivo, scrittore, attore e doppiatore e adesso pure modello e testimonial di Leon Magazine, una delle riviste di moda e lifestyle maschile più vendute in tutto il territorio nipponico. Panzetta è un architetto, ma anche un’economista campano di sessantadue anni, perché è nato in provincia di Avellino nel 1962, ma poi è cresciuto a Napoli, arrivando in Giappone negli anni novanta e, grazie ad una trasmissione di lingua italiana sulla rete nazionale NHK, ha conquistato piano piano un pubblico sempre più ampio, incarnando perfettamente l’immagine che i giapponesi hanno di noi italiani. In effetti in Giappone gli italiani sono considerati simpatici e vivaci, ma soprattutto eleganti e capaci di godersi la vita.

Girolamo Panzetta era andato in Giappone negli anni ottanta con l’intenzione di scrivere una tesi sull’architettura locale, ma da quella iniziale curiosità accademica ha avuto la possibilità di sviluppare addirittura una carriera trentennale sui principali canali televisivi giapponesi. Ha cominciato come insegnante di italiano per l’emittente NHK con il programma Itariagokaiwa, e poi è diventato una vera icona della moda maschile sulla rivista LEÒN, ma nel suo reinventarsi costantemente in Giappone Panzetta non ha mai dimenticato le sue radici italiane e campane in particolare. L’imprenditore campano da molti anni ormai può essere definito l’immagine migliore della storica cooperazione ed amicizia tra le nazioni italiana e giapponese.

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