La Lazio capitola ancora una volta in campionato contro un Empoli cinico e ordinato, che ha capitalizzato al massimo l’unico tiro in porta del match
È bastata una sola disattenzione di Mauricio (come direbbero i romani “che ne parlamo a ffà?”) per condannare una squadra, che, seppur mostrando la capacità di reagire per gran parte della gara, ha messo alla luce ancora una volta tutti i suoi limiti dovuti a evidenti incapacità tecniche.
Troppi i giocatori presenti tra gli undici in campo che, per usare un eufemismo, sono “inadatti” al nostro campionato: Djordjevic è un attaccante lentissimo, da utilizzare al massimo come muretto (ricordate da ragazzini quando si giocavo col muro per fare le triangolazioni?); Klose è un campione, ma ormai lo paga per metà l’Inps e per metà la Lazio vista l’età; Lulic ci mette tutta la volontà del mondo, ma i piedi sono montati al contrario; Candreva gioca per sé stesso (tipo “il pallone è mio e lo passo a chi voglio io”); i centrali Mauricio e Hoedt… “bocca mia taci”; Biglia, il capitano, manco ci voleva restare alla Lazio. In tutto questo mettiamoci anche il tecnico Pioli, che il timone della barca sembra averlo perso.
Con questa gente non si va da nessuna parte, o per lo meno, caro Lotito, non dovresti manco azzardarti a nominare i traguardi ambiziosi che ogni anno prometti con tanta faciloneria. Questa squadra lo scorso anno ha toccato l’apice del suo valore e ora vede inesorabilmente la sua parabola in discesa. Qualcuno, leggendo queste parole, potrebbe domandarsi: “È la cosiddetta fine di un ciclo?” La risposta è inevitabilmente un’altra domanda, schietta e semplice: “Ma perché, c’è mai stato un ciclo con Lotito?”
Quando una squadra raggiunge un traguardo ambizioso di solito si cerca di migliorarla nei suoi punti deboli per provare ad arrivare più in alto ancora, ma questo non è mai stato il credo di casa Lotito, e ancora una volta si getta alle ortiche l’ennesima occasione per far tornare grande il nome della Lazio. A fine gara il DS Tare, presentatosi ai microfoni delle varie testate giornalistiche, si è affannato a cercare alibi alla sconfitta contro l’Empoli, un po’ come fanno i ragazzini che giocano a “caccia al tesoro”, prendendosela prima con l’arbitro, poi con i tifosi, infine anche con uno striscione. Mio caro DS, un consiglio: visto che nel paniere di questa debacle ci metti tutto, non dimenticare il prodotto di prima qualità: il tuo presidente!