E’ tutta colpa di Cragnotti!


Sarà presumibilmente un anno a tinte meno sgargianti del biancoceleste.

Forse la Lazio dovrebbe indossare maglie grigie tipo quelle dell’Alessandria Calcio, da qui a fine campionato. Perché il grigio è il colore che rappresenta meglio il momento della Lazio.

In realtà più che di momento dovremmo parlare di decennio ed anche qualcosa in più per la precisione dalle smorte tinte grigie. Il tifoso che ora starà leggendo queste righe avrà già capito dove si va a parare, ma stavolta non si vuole fare la fine del comico dal solito cliches di battute scontate, non si vuole come si suole dire, sparare sulla Croce Rossa ed infierire ancora su persone difficili da difendere. Non parlerò quindi di Claudio Lotito, attuale padre/padrone della S.S. Lazio.

Scusate, preferisco chiamarlo così e non PRESIDENTE, non ce la faccio proprio a dargli quell’ appellativo, perchè quell’apposizione non si accosta per nulla al nome e cognome che la precedono. Parlerò invece di chi, per me, è il principale responsabile di questo scempio lungo 11 anni: Sergio Cragnotti!

Qualcuno alla lettura starà strabuzzando gli occhi nel leggere il nome dell’ex PRESIDENTE della Lazio (ah, qui si che ti viene la voglia di scriverlo anche a caratteri cubitali!), colui che è stato il patron più vincente nella storia del club biancoceleste, ma ora vi dirò il perché.

Sergio Cragnotti, imprenditore romano acquistò la Lazio nel 1992 e ne fu presidente per 10 anni (anche se tra il 1994 ed il 1998 l’incarico fu ricoperto da Dino Zoff). Fino ad allora la Lazio, in 92 anni di storia aveva vinto solo 1 scudetto, 1  coppa Italia ed 1 coppa delle Alpi quest’ultima potremmo anche tralasciarla. Intere generazioni di tifosi pertanto, tranne che per la gioia della  stagione 1973-74 dello storico 1° scudetto, erano abituati a non gioire per grossi traguardi sportivi e tuttavia ad essere sempre presenti per questi colori.

C’era la “lazialità” insita nell’animo di ognuno. Una cosa viscerale che non la si può spiegare a parole e non contavano i risultati, contava la maglia. Ma poi come detto, nel 1992 arriva Cragnotti!. ‘Sto signore in 10 anni scombina i piani di tutti, regalando al popolo biancoceleste, una squadra piena di fuoriclasse (Veron, Crespo, Stam, Nedved, Vieri per citarne qualcuno) e portandola sul tetto d’Italia e soprattutto d’Europa.

In 10 anni il PRESIDENTE, porta la Lazio. la prima squadra della Capitale, alla vittoria di 1 scudetto, 2 coppe Italia, (“double” nella stagione 1999/2000 campionato-coppa),  1 coppa delle Coppe (primo trofeo europeo della storia della Lazio), 1 Supercoppa europea contro il Manchester United (c’è gente da queste parti che ci perde 7-1 contro i Red Devils) e 2 Supercoppe italiane oltre a 2 secondi posti in campionato ed una finale di coppa UEFA persa contro l’Inter.

Purtroppo, la storia la sappiamo, i guai finanziari della Cirio, società di Cragnotti, misero la Lazio in gravi condizioni economiche e nel 2004 ci volle l’intervento del “Salvatore”. No no, non sto assolutamente parlando di quel “Salvatore”, ma dell’attuale patron della squadra. Con Lotito, si è tornati indietro nel tempo, si è tornati a quei 92 anni di storia fatta di poche soddisfazioni e tanti bocconi amari.

Pertanto, il tifoso laziale sbaglia a prendersela con lui. Lotito è un romantico, è uno attaccato ai vecchi valori, non ha fatto altro che portare la Lazio ai “fasti” di un tempo cancellando i ricordi peccaminosi di quel satanasso di Cragnotti. Crespo, Vieri, Nesta, Stam? Ma stiamo scherzando? I giocatori della Lazio devono avere i parametri di Vignaroli e Makinwa in attacco o al massimo il valore tecnico di Alfaro e Perea (del resto avendo un gran bomber come il DS Tare, potranno carpire tutti i segreti del mestiere!); in difesa devono rispondere alle caratteristiche di Lequi o Talamonti, passando per Cribari e Garrido fino all’apoteosi di Hoedt, Gentiletti e Mauricio.

Questa è la Lazio che bisogna riabituarsi a vedere, la generazione del decennio “cragnottiano” deve essere estirpata come il male viene estirpato ad un posseduto da un esorcista. Peccato solo che estirpando questo “male”, Lotito abbia esagerato estirpando dall’anima anche quella famosa “lazialità” di cui si parlava prima, l’orgoglio ed il vanto di un intero popolo di tifosi. 

E’ tutta colpa di Cragnotti!

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