La farmacia degli Incurabili è sita nel centro storico di Napoli, parte del Complesso degli Incurabili e annessa all’ospedale del Reame o degli Incurabili. Dal 2010 insieme alla chiesa di S. Maria del Popolo e lo stesso ospedale fanno parte del “Museo delle arti sanitarie di Napoli”
La farmacia degli Incurabili rappresenta l’espressione più bella dell’incontro tra scienze e arte, un sito unico nel suo genere, straordinario capolavoro del barocco roccocò, espressione dell’illuminismo napoletano del 18°secolo.
Risalente al 1700, questa farmacia realizzata da Bartolomeo Vecchione è arrivata fino ai nostri giorni quasi intatta. La Farmacia degli Incurabili fu il risultato della ristrutturazione dell’antica spezieria cinquecentesca, i cui lavori erano stati finanziati dalla donazione di uno dei reggenti dell’ospedale Antonio Maggiocca, il cui busto marmoreo è conservato all’interno della farmacia. È composta da due sale: un grande salone e un’antisala.
Nel salone sarete rapiti dalla bellezza dei colori ancora cosi vivi dei quattrocento, preziosi vasi in maiolica dell’epoca, opere di Donato Massa e Lorenzo Salandra con scene di divine allegorie, il pavimento in cotto maiolicato, ascrivibile a Giuseppe Massa e sul soffitto del salone di rappresentanza la grande tela di Pietro Bardellino.
L’antisala della Farmacia degli Incurabili contiene la scaffalatura originaria in legno di noce intagliato e decorato e il tavolo centrale, opera dell’ebanista Agostino Fucito. Su di essa è possibile ammirare una vasta raccolta di albarelli e idrie, i tipici contenitori dei farmaci, un tempo decorati a chiaroscuro turchino. Alcuni di questi recano l’originale cartiglio indicante il preparato farmaceutico, anche se non sempre il contenuto corrisponde al ricettario.
Trattasi di preparati di origine animale o minerale, testimonianza dell’antica tradizione alchemica ed esoterica; l’elevato numero di preparati, i cui residui sono arrivati fino a noi, testimoniano che la farmacia doveva rispondere all’elevata domanda popolare, non solo dei pazienti interni all’ospedale ma anche agli esterni. La Farmacia degli Incurabili rappresentò il punto di svolta della medicina – corrispondente fino ad allora all’utilizzo della panacea – la cura ad ogni male come la Teriaca o Triaca, contenuta nella nicchia di marmo all’interno della farmacia. Tale preparato, composto di oppio, carne e pelle di vipera, era un preparato farmaceutico dalle supposte, virtù miracolose di origine antichissima. Era già riportato nell’antidotario di Galeno come antiveleno messo a punto da Mitridate del Ponto ed ebbe una straordinaria diffusione nel Medioevo e nel Rinascimento, tanto da spingere i governanti ad assoggettarlo alle regole del Monopolio di Stato. Le preparazioni più famose nell’antichità erano di Venezia e Napoli. Questo luogo di sperimentazione e di ricerca rappresentato dagli scienziati più illuminati napoletani segnò la grande conquista della medicina che fino allora si affidava alle panacee, alle preghiere e vede finalmente l’applicazione del farmaco chimico.