Università di Napoli e tecnologia: dal centro Apple agli atenei telematici

Tutti sappiamo quanto sia importante lo scouting: a partire dallo sport, per arrivare alle realtà aziendali più complesse, sguinzagliare i propri osservatori per segnalare e rapire i talenti di tutto il mondo è una componente forse non tanto giusta da un punto di vista etico, ma fondamentale per conquistare e mantenere la propria leadership sul mercato di riferimento. E questo è un discorso che vale soprattutto ad un livello tecnologico, considerando che oggi la nostra società sta conoscendo una rivoluzione digitale davvero imponente, che è stata in grado di capovolgere le nostre abitudini quotidiane e di vita nel giro di pochi anni. Normale, dunque, che i colossi internazionali del settore hi-tech stiano allargando le loro mire espansionistiche non solo verso i nostri mercati, ma anche verso i nostri cervelli: una situazione meritevole di attenzione in Campania, soprattutto a Napoli.

La Apple ha deciso: vuole i talenti napoletani

Voi vi starete giustamente chiedendo cosa c’entri la Apple con i giovani di Napoli: c’entra eccome, considerando che il capoluogo campano è fra le città che ospitano il numero maggiore di giovani studenti nati e cresciuti con le tecnologie informatiche. E l’azienda di Cupertino ha deciso: vuole strappare alla loro terra natia i talenti migliori e più promettenti, per inserirli nel suo organico dopo un periodo di attento scouting, e svilupparsi seguendo un ragionevole trend che vuole le nuove generazioni come il motore dell’economia e del commercio del futuro. Da questo punto di vista Napoli si è fatta trovare preparata, dimostrando che tutto il movimento accademico ha recepito la necessità di adeguarsi alle nuove esigenze tecnologiche. Da ultimo citiamo anche il fatto che nella città partenopea ha anche aperto una delle sedi di una delle università telematiche riconosciute dal Miur come Unicusano, che proprio in questa chiave di dinamicità e progresso, offrono la possibilità di confrontarsi sin da subito con una piattaforma di e-learning molto moderna e che permette allo studente di calarsi sin da subito in un’ottica di formazione avanzata, vista anche un’offerta di corsi di alto profilo come ingegneria, economia o scienze politiche tanto per citarne alcuni, tutti spendibilissimi sul mercato del lavoro, come vedremo proprio nel caso Apple.

 

L’azienda di Cupertino sbarca in Campania

Le università di Napoli, un po’ a sorpresa, sono state contattate dalla Apple per avviare una collaborazione il cui scopo è formare i giovani e monitorarne la crescita, così da assumere gli studenti più meritevoli: questo è, in sintesi, ciò che è avvenuto nei giorni scorsi. Le implicazioni sono ovviamente tutta un’altra storia: l’intervento della Apple, che creerà un vero e proprio centro formativo a Napoli, darà una enorme opportunità professionale in una regione che, come tutte le zone del Sud, è particolarmente preoccupata dal problema della disoccupazione. E non si tratta certo di una presa in giro: oltre alle rassicurazioni portate dalla fama del suo marchio, la Apple ha tutte le intenzioni di fare le cose in grande. Il monitoraggio durerà infatti non meno di 5 anni, e gli studenti meritevoli di questa opportunità avranno l’occasione di crescere sotto l’ala protettiva dell’azienda di Cupertino, e di farlo potendo usufruire di borse di studio messe a disposizione dalla Apple. Il modo migliore per evitare di scadere in equivoci, pagherò e promesse difficili da mantenere.

Una formazione retribuita che non si limiterà agli informatici

Ma le novità vanno ben oltre le aspettative: il progetto della Apple, oltre a garantire una vera e propria formazione retribuita, dunque un momento di crescita che in Italia non siamo abituati ad ammirare, coinvolgerà anche gli studenti di altri corsi di laurea. Non solo informatici e ingegneri, dunque, ma anche esperti in psicologia, gestione aziendale, risorse umane, design e tanti altri. Tutti insieme appassionatamente, con l’obiettivo di partecipare direttamente o indirettamente alla creazione di App per iOS, per garantire alla Apple un dominio del mercato fatto non solo di apparati tecnologici e software, ma anche di idee giovani e creative. L’unico dubbio riguarda i criteri di selezione, non ancora noti.

 


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