Abbattere le frontiere della rete con il wireless ?
C’è aria di rivoluzione nel mondo del wi-fi italiano, o per lo meno un’atmosfera da record. Un record tutto nostrano, ossia quello relativo alla più lunga distanza percorsa da una connessione wireless. Un piccolo miracolo del progresso tecnologico del nostro paese che ha permesso lo scambio di dati tra il Monte Amiata (Toscana) e il Monte Limbara (Sardegna) volando alla velocità di 354 megabit al secondo sul Mar Tirreno.
Si tratta, come detto, della più grande distanza mai coperta da una rete wifi (per la precisione 304 chilometri) ed è il risultato del duro lavoro di due ricercatori nostrani, Ermanno Pietrosemoli e Marco Zennaro, ricercatori dell’International Centre for Theoretical Physics (ICTP) di Trieste. Fondamentali al fine del risultato anche il CISAR (Centro Italiano Sperimentazione e Attività Radiantistiche), che, con i suoi radioamatori, ha messo a disposizione strumentazioni, nonché il supporto logistico per l’allestimento ed il montaggio della strumentazione su torri di comunicazione che ha poi permesso l’esperimento in sé.
Con i suoi 76 Mbps in una direzione e 179 Mbps nell’altra, usando solo 5 GHz di spettro, la connessione messa in piedi dal duo del ICTP ha oggi il sapore della rivoluzione, facendo da apripista alla possibilità che, in un immediato futuro, efficienza e velocità della connessione wi-fi possano migliorare sensibilmente il nostro modo di comunicare. Il punto, infatti, non è semplicemente la velocità cui la connessione viaggia, ma anche lo spettro minimo a cui è stato possibile effettuare l’esperimento, appena 5 Ghz di spettro, contro i 76 del precedente record, quello del progetto ACCESS, che lo scorso maggio aveva conseguito il primato della maggior velocità mai raggiunta da una connessione senza fili: ben 750 Mbpsper una distanza coperta di circa 37 Km (da Colonia e Wachtberg).
Il punto è semplice: più alta è la frequenza, più alto è il tasso di trasmissione ma diventa minore la distanza. La frequenza, inoltre, non è libera che da una certa fascia in su, e l’eccezionalità dell’esperimento italiano sta anche nel fatto che la frequenza a 5 GHz è gratuita e utilizzabile senza né costi né permessi, a differenza di quanto è accaduto con l’esperimento tedesco. Lo scenario è quello di una connessione senza fili gratuita, alla portata di tutti, e capace di coprire grandissime distanze senza bisogno del continuo uso di ricevitori che facciano rimbalzare il segnale. Un progetto che potrebbe essere ad uso e consumo non solo di quei paesi dove la rete è ormai parte fondamentale del quotidiano, ma anche per quei paesi in via di sviluppo che necessitano di una rete a basso costo o, ancora, di quelli che per le loro caratteristiche geografiche hanno degli ostacoli naturali che rendono difficile lo sviluppo della connessione wireless. Il conseguimento della scoperta, unito all’economicità della tecnologia wireless in sé, quasi del tutto svincolata dai gravosi costi di cablaggio, prospetta un futuro più roseo per le telecomunicazioni, ottimizzando la lunghezza percorribile dal segnale, la sua potenza ed i suoi costi di sviluppo e gestione.
Un traguardo fondamentale che ha già permesso al team dell’ICTP di collaborare con paesi come Malawi e Senegal, in cui si stanno testando le connessioni wireless a servizio di strutture clinuche particolarmente decentrate, nonché in paesi come Seychelles e Capo Verde, la cui inaffidabilità della connessione internet causa non pochi grattacapi ai centri metereologici locali, in quelle che sono zone spesso investite da problematiche condizioni meteo, e chissà che finalmente non si renda internet veloce, semplice e davvero alla portata di tutti.