Hull City: tutta la spiegazione sulla questione Allam


L’Hull City a una settimana dall’inizio del campionato si presenta senza un’allenatore, con una squadra decimata causa infortuni e con la famiglia Allam che sta distruggendo tutto quello che è storico o che sia contro i loro principi.

Infatti, dopo aver licenziato Steve Bruce per divergenze riguardo la campagna acquisti, e aver “regalato” Mohamed Diamè al Newcastle, ha appena licenziato James Mooney uomo che da anni si occupava del Marketing e Keith Bertschin, uomo fidato di Bruce che si occupava dell’allenamento.

Hull City, situazione complicata

La situazione non sembra migliorare: sull’allenatore si è ancora ai colloqui e non si è presa una netta decisione e il favorito sembra proprio Mike Phelan, il talentuoso difensore Harry Maguire sembra che abbia chiesto il trasferimento al Middlesbrough e l’ambiente è sempre più spaccato.

I motivi dello sfascio

Scopriamo però perché gli Allam’s sono arrivati a questo punto: partiamo dall’inizio, nonché dalla stagione 2010-2011, quando il 28 luglio 2010 l’Hull con presidente Russell Bartlett bloccò i trasferimenti per ridurre i costi e la squadra a quei tempi allenata da Pearson non riuscì nel ritorno immediato in Premier.

Ad Ottobre dello stesso anno, arrivò l’interesse di Assem Allam e del figlio Ehab pronti a dare soddisfazioni alla città di Hull. Il 10 dicembre si arrivò all’accordo: un milione di sterline, con la promessa che Ehab ne avrebbe spesi 30 per risanare le casse del club.

Due anni dopo con l’arrivo di Bruce, arrivò la promozione e Allam venne inneggiato ad eroe insieme a Bruce per aver riportato l’Hull in Premier League dopo i due anni tra il 2008 e il 2010.

Hull Tigers e i tifosi si infuriano

Ma ad agosto 2013 gli Allam scioccarono i tifosi dell’Hull City: Assem annuncia che il club verrà rinominato Hull City Tigers Ltd rimuovendo quindi l’AFC (Association Football Club), l’anno dopo Assem affermò che il club sarebbe stato cambiato in Hull Tigers perché l’identità di “City” secondo Allam è comune e associata ad altri club.

 

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Disse anche che questo avrebbe fruttato più soldi che sarebbero serviti a migliorare lo stadio oltre che il team. Tutto questo scatenò l’ira dei tifosi che iniziarono a guardare male il presidente, e iniziarono campagne come “No To Hull Tigers” o “Hull City AFC a club not a brand”.

Il parere della FA e della Corte Arbitraria dello Sport

Nonostante tutto questo la FA prese in considerazione il cambio di nome che però il 9 aprile 2014 rifiutò seccamente, ma gli Allam’s non si fermarono e oltre il cambio di logo che avvenne, chiesero di prendere in considerazione il cambio nome alla Corte arbitraria dello sport, che ha rifiutato il caso e a Luglio 2015 la Football Supporter Federation con un 70 a 30 ha rifiutato il cambio nome ponendo fine alle richieste di Allam.

Lui però non è stato zitto e ha quasi giurato vendetta e affermò che non avrebbe speso più un soldo se il club non si sarebbe chiamato Hull Tigers. Quella vendetta è arrivata e non si fermerà; infatti, Allam ha alzato abbonamenti e ha tolto le concessioni ai bambini e agli anziani. Si pensi che un biglietto per bambino di 8 anni arriva a 28 sterline.

Assem Allam:“Per me il calcio è solo business”

“Per me il calcio è solo business” fu sempre esclamato da lui e rispecchia la situazione, sta pensando a fare soldi alle spalle dei tifosi almeno fino a quando non sarà cambiato il nome.  Vedremo come si evolverà la situazione in futuro, sperando in un nuovo proprietario magari con qualche soldo in meno, ma che si occupi delle problematiche e soprattutto di CALCIO perché è quello che i tifosi vogliono…

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