Parlare del proprio club è facile. Se ne conoscono aneddoti, curiosità, storie e vicissitudini quasi meglio di quelle della propria famiglia.
Si dice che sia l’Everton che sceglie i propri tifosi e non il contrario e, pensando a come ho iniziato a seguirlo, direi che è proprio così.
Avevo 9 anni quando vidi per la prima volta Goodison Park. Era l’anno del ritorno di Howard Kendall sulla panchina dei Toffees dopo averla lasciata all’apice di un’era di successi, sia in Inghilterra che in Europa.
In pratica, diventai un Blue Nose senza avere la gioia di aver assaporato le vittorie in campionato, FA Cup e Coppa delle Coppe. Ma non è importante. Crescendo, studiai la storia del club scoprendo che fu tra i fondatori della Football Association, che aveva disputato il primo campionato inglese disputato nel 1888 e che poteva vantare un buon palmares. Un vero e proprio “gigante nobile” d’oltre Manica.
Ho passato anni in cui l’unica gioia è stata la vittoria della Coppa d’Inghilterra del 1995 con la conseguente Charity Shield conquistata all’inizio della stagione successiva, come da tradizione.
Dopodiché, due spareggi per evitare la retrocessione all’ultima giornata, il primo nel 1994 e il secondo nel 1998, campagne acquisti senza una sterlina in cassa, giocatori che non rendevano secondo le aspettative e tanta amarezza.
Poi, nel 2002, arrivò sulla nostra panchina tale David Moyes, il quale ci è rimasto per ben 11 anni in cui ha ridato un’identità al nostro club con un gioco non spumeggiante ma concreto e con delle stagioni molto positive in termini di risultati, con una finale di FA Cup persa contro il Chelsea nel 2009.
Quando il buon David ha lasciato Liverpool per fare il grande passo verso un Top Team come il Man Utd, la sua eredità è passata a Roberto Martinez, il quale pareva poter continuare sulla falsa riga lasciata dallo scozzese ma, dopo un primo anno veramente positivo, non è riuscito a dare continuità arrivando a dover essere rimosso dal ruolo di Manager.
Per sostituirlo, è arrivato Ronald Koeman dal Southampton. Reduce da stagioni fantastiche alla guida dei Saints, l’olandese era visto come una sorta di messia che avrebbe dato la giusta spinta positiva all’ambiente, già rinfrancato dall’arrivo di un nuovo azionista di maggioranza, quel Farhad Moshiri che avrebbe dovuto garantire investimenti importanti per tornare ai piani alti del calcio inglese.
Quel che è passato inosservato, a mio parere, è stato l’aver portato a Goodison Park un uomo mercato di sicuro impatto come Steve Walsh, l’artefice del miracolo Leicester dello scorso anno. Per capire l’importanza di quest’uomo basta vedere che, dopo nemmeno una settimana dal suo arrivo, si è assicurato le prestazioni di Gana Gueye, ex Villans che nonostante la disastrosa stagione della squadra di Birmingham, aveva raccolto numeri interessanti che ha confermato anche in Royal Blue diventando uno dei mediani più efficaci della Premier oltre che idolo dei tifosi.
Oltre a lui sono arrivati anche Yala Bolasie dal Crystal Palace e Ashley Williams dallo Swansea più qualche giovane di belle speranze come Dominic Calvert-Lewin dallo Sheffield Utd. Dopo un inizio promettente, la squadra è tornata ad essere balbettante in termini di gioco e, conseguentemente, di risulstati.
La motivazione, secondo tanti, è la difficoltà nel saper imporre un gioco produttivo e l’emblema delle negatività della squadra è rappresentato da Ross Barkley.
Questo ragazzo, nativo di Liverpool, a 23 è considerato un possibile top player ma non riesce a fare il passo decisivo che lo consacrerebbe tale, continuando ad offrire prove veramente altalenanti. La nota più lieta è, invece, rappresentata da quel Romelu Lukaku che, coi suoi gol, ha tenuto a galla l’Everton tenendolo lontano dalle zone pericolose della classifica.
Il Derby perso, lunedì sera, contro il Liverpool è stata l’ennesima riprova di quanto ho scritto sopra. I ragazzi di Koeman hanno offerto agonismo e corsa ma hanno pagato la sfortuna e il tasso tecnico inferiore rispetto ai Reds. Fa male dirlo ma essere consci della realtà è sempre la miglior cosa per sapere da dover ripartire.
Quel che i fans si aspettano, prossimamente, è vedere qualche faccia nuova che dia una sorta di svolta sia alla stagione che alla rosa. In questo, la fiducia verso il Manager e la dirigenza è totale.
A questo aggiungiamo anche il probabile accordo col comune cittadino per la costruzione del nuovo stadio, fondamentale per la crescita definitiva del club dal punto di vista economico.
I tifosi dei Toffeemen devono ancora portare pazienza. Non possono fare altrimenti, anche perché farsi prendere dal panico e dalla frenesia non gioverebbe a nessuno. Diciamo che il gigante sta ancora dormendo ma il suo risveglio pare essere vicino..
Up the pints!!
Davide
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