La quarta sconfitta consecutiva in casa, il cambio modulo, Donadoni, Di Vaio e “The Crow”. Riflessioni di un lunedì plumbeo.
Nuova partita scarna e orfana di idee, il Bologna non riesce a rendersi pericoloso dalle parti di Strakosha nemmeno quando proprio il portiere albanese serve un fantastico assist sui piedi di Petkovic che spara a lato. Inutile dire che sia stata totalmente latitante anche una vaga idea di gioco, come del resto nelle ultime partite i palloni giocabili in attacco si possono contare sulla metà della metà delle dita di una mano.
Tutti si auspicavano un cambio di modulo visto la sterilità dimostrata dal 4-3-3 ma nessuno si poteva aspettare addirittura l’inserimento della difesa a tre (o meglio a 5), praticamente mai usata nel corso di questa stagione. A partita in corso non si è deciso di cambiare schema pur vedendo che la prolificità delle azioni offensive era quasi nulla ma anzi facendo uscire Verdi, l’uomo che fornisce più duttilità dal punto di vista tattico là davanti.
Ora Donadoni ha certamente le sue responsabilità dovute anche ad una sua apparente confusione di idee ma le parole che rimbombano in mente sotto questo cielo plumbeo e grigio del lunedì bolognese sono quelle di Di Vaio che in ritiro estivo a Castelrotto alla domanda su un possibile acquisto di una seconda punta rispose che non ci sarebbe stato bisogno visto che nel 4-3-3 non sono previste seconde punte. Questa situazione è anche figlia dell’errore pacchiano di non aver provveduto a dotare la rosa di un possibile modulo di scorta, di una sorta di piano B che sarebbe dovuto subentrare in caso di insoddisfazione del piano A, cosa ahimè verificatasi. La mancanza di possibilità di variare modulo ha così privato il Bologna di una possibilità in più di togliersi dalle situazioni difficili in minor tempo.
Come si viene fuori da questa situazione? Eh, domandona. Molti sostengono l’esonero di Donadoni. Certo provocherebbe quella “scossa” che servirebbe a rianimare il Bologna ma chi si dovrebbe prendere in panchina? Ogni allenatore sulla piazza chiederebbe almeno il contratto per questo finale di stagione e per quella successiva andando così ad incidere sul progetto della stagione futura in cui la società vorrebbe magari puntare su un allenatore diverso, ora occupato.
Come si dice in un famoso film “Non può piovere per sempre“, sperando che un raggio di sole illumini presto il Bologna, magari già al Mapei Stadium alle 12.30.
Fonte immagine in evidenza: Arianna Candini Professional Photographer