Si è spento oggi pomeriggio all’età di 64 anni il famoso chitarrista Fausto Mesolella. Un infarto lo ha strappato all’improvviso ai suoi cari e a suoi fan, dopo essere stato colto da malore a Macerata Campana (Ce) dove viveva.
Conosciuto dal grande pubblico quale componente dello storico gruppo Piccola Orchestra Avion Travel, capitanato da Peppe Servillo con cui vinsero al Festival di Sanremo del 2000 con Sentimento. Nato a Caserta il 17 febbraio 1953, Fausto Mesolella è deceduto oggi pomeriggio in seguito ad un malore mentre era a passeggio col suo cane, nel piccolo centro casertano di Macerata Campana dove viveva. Inutile i soccorsi approntati sul posto e l’intervento del medico d’urgenza. Qualche anno fa era già stato colpito da infarto.
Una carriera lunga, e varia: musicista, compositore, dicitor cantante, produttore, talent scout e direttore artistico del Premio Bianca d’Aponte fin dal suo inizio, dodici edizioni fa.
Nel 2015 festeggia i cinquant’anni di musica ed avendolo incontrato diverse volte, intervistato e scritto di lui, del suo mondo musicale, ve lo ricorderò in pillole, istantanee delle sue parole, diversamente sarebbe un elenco asettico post mortem e non è nelle corde di chi vi scrive, e l’ha conosciuto.
(22/06/2015) Siamo qui per festeggiare i suoi cinquant’anni di musica, anniversario già partito da qualche mese in occasione dell’uscita di “Canto Stefano”, il suo ultimo lavoro discografico pubblicato da Suoni dall’Italia. Immagini che gli invitati le chiedano di fare un discorso, cosa dice?
L’unica cosa che mi viene in mente è una grande felicità. Quando si parla di numeri così importanti significa che si è fatto un percorso tra alti e bassi, ma la vittoria è nella passione. Come un matrimonio che dura da cinquant’anni, con la voglia e la coscienza di essere stati presenti a sé stessi, altrimenti non si va da nessuna parte. Era ed un amore vero, è stato il mio unico lavoro, ho sognato da ragazzo di farlo e lo faccio ancora.
Si ricorda il momento esatto, se vi è stato, del suo colpo di fulmine con la musica?
La classica chitarra giocattolo che si trova in casa e non si sa da dove arrivi. Messa da parte, forse dai fratelli così è avvenuto per me. Cinquant’anni fa.
Continua questo percorso con la sua chitarra dalla quale non si separa mai, l’accompagna da sempre?
No questa qui, l’Insanguinata è giovane, dal 1988.
Di queste sue collaborazioni oltre duecento in questi dieci lustri, può dirci il nome di qualcuno/a cui si sente legato, non necessariamente per la musica?
(Sorride) Una su tutte senz’altro Gabriella Ferri, perché sono stato l’ultimo ad accompagnarla e ho avuto la possibilità di conoscerla e di capire la grandezza della sua arte.
(28/01/2016) “Io vado avanti” questo mantra che scrive ogni giorno sui social, cosa racchiude?
(Sorride) Non vuol dire nulla va preso per quello che è scritto, vado avanti è propositivo e positivo. Ognuno si cimenta nel capire cosa voglia dire. Mi piace in certi momenti della giornata, è una carica ad andare avanti.
Qual è il sogno nel cassetto di Fausto Mesolella?
Molto marzulliana questa domanda, a me piacerebbe che la musica fosse riconsiderata un’arte superiore. Non ne faccio un sogno personale ma collettivo, io sono contento di tutto quello che ho avuto, contento di quanto fatto fino ad adesso.
Tantissime le collaborazioni, i successi, e le nuove sfide musicali a cui stava lavorando nella sua casa studio di Macerata Campana; sperando che possano realizzarsi anche dopo la sua improvvisa dipartita. Tanti i ricordi che lascia come uomo e come artista, senz’altro continuerà a fare musica da qualche altra parte con la sua inseparabile Insanguinata.
foto: Gabriella Ciaramella