James Kakande, nuovo singolo, nuovo album e… nuovo James

Three Chords and a Poem è il titolo del nuovo singolo del cantautore inglese James Kakande, già noto al grande pubblico per il tormentone You You You che nel 2006 fece innamorare il pubblico italiano.

Il nuovo singolo pubblicato per SuryaMusica/Peppermint e distribuito da Believe, potrebbe sembrare il brano di un nuovo artista perché oggi Kakande è lontano anni luce dal cantante baciato da quel successo radiofonico. In questi anni è maturato un artista a tutto tondo: l’anima soul è figlia dell’esperienza, l’andamento hip hop è il frutto di una contaminazione da secondo decennio del nuovo millennio. Tre accordi e una poesia, semplifica in una formula la ricetta magica di una canzone. E la canzone nello specifico è figlia di quelle esperienze intorno al mondo maturate da James in tutti questi anni. Una riflessione sulla propria vita in cui il musicista britannico può dichiararsi felice.

Il singolo anticipa il nuovo album Electric Magnetic Love Thing in uscita a giugno.
Come creta nelle mani, la musica di Kakande si modella, prende forma in tre dimensioni: soul, funk e R&B a braccetto in un’armonia divertente e divertita. Undici brani in cui lo stile black fa da cerimoniere. Ma attenzione all’ospite a sorpresa, l’eterno ritorno di quell’andamento di chitarra in levare e basso sincopato che tanta fortuna ha già portato al musicista di Manchester: sua maestà il reggae in “Electric Magnetic Love Thing” è spesso il benvenuto.

Di traccia in traccia sembra di sentire davvero i raggi di sole che nel corso dell’anno Manchester vede davvero di rado, ma che James Kakande ha saputo incontrare più volte nel suo pellegrinaggio senza fine. In fondo il messaggio comune a ogni canzone sembra essere proprio questo: il sole può essere ovunque anche in quelle latitudini, dove sembra non apparire mai. Si nasconde nel sorriso di un bambino, nell’abbraccio di una persona amata, basta lasciarsi abbagliare. La ricerca della spensieratezza di “Electric Magnetic Love Thing” lascia comunque spazio alla riflessione profonda e toccante di brani come “Strips & Starse” e “Bridge of Angel”.

Un album tradizionale, “suonato” con il sudore dei polpastrelli per usare un gergo da musicisti, eppure attualissimo, con tutta la contaminazione tipica del nuovo millennio.


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