Milazzo: delusione e l’orgoglio

Milazzo: delusione e l’orgoglio

La delusione e l’orgoglio attraverso i social, di Francesco Maresca:

Abbiamo tagliato il traguardo. Ancora una volta – l’ennesima – lasciamo il campo straziati da quel che è stato, delusi dall’aver messo le mani sulla vittoria qualche minuto prima che gli eventi ci girassero le spalle. E’ successo tutto in un paio d’ore, che sono il film compiuto di questa stagione sportiva.

Maximiliano Lucarelli ha gelato il “Tupparello”.
Ci avevamo davvero creduto, attaccando a testa bassa e tenendo bene il campo fino all’ultimo istante. I nostri avversari hanno avuto bisogno di 120’, due calci di rigore, della spinta di duemila spettatori per piegarci e guardare avanti.

Ci siamo illusi, come spesso ci è capitato.
Lo avevamo fatto a Mazara del Vallo, dopo aver messo le mani sulla Coppa Italia che il Troina ci ha soffiato all’ultimo istante. Lo avevamo fatto a Rocca di Caprileone, quando siamo piombati in vetta per una settimana. Lo abbiamo fatto a Palazzolo, a Rosolini, ad ogni fischio finale al “Salmeri”, quando abbiamo scalato la classifica restituendo dignità ed onore al vessillo rossoblù e ad una stagione che sarebbe potuta finire molto prima, molto peggio.

That’s all, folks. Stavolta è davvero l’ultima.
I play-off proseguono, per Milazzo cominciano vacanze di cui avremmo fatto volentieri a meno.
Non sono bastate le emozioni vissute insieme.
A fine stagione gioiranno altri, nonostante il nostro carro sia stato quello del vincitore per lungo tempo. Parecchi sono saliti, altrettanti e forse più sono scesi: ciò che importa sono la professionalità, il moto di sacrificio di mister Danilo Rufini, del suo staff, dei venticinque calciatori che hanno onorato e meritato la maglia che amiamo.

Si ferma la nostra corsa.
Sono state quaranta lunghissime battaglie, chiuse a testa altissima.
Abbiamo vinto 24 volte, pareggiato in 6 occasioni, perso in 10. La legge del calcio non ci premia e ci rifila un beffardo quinto posto.
Non sono però mancati coraggio, determinazione, voglia agli interpreti della gara di sabato, delle sfide di questo anno.
A prescindere da quanto cambierà, da quanto succederà in una nuova estate di attese e programmazione, è compito di chi interpreterà il futuro tirare fuori il massimo dalle pagine scritte tra il 5 giugno 2016 ed il 29 aprile 2017, errori ed incomprensioni inclusi.

Guai a pensare che sia girato tutto male.
Guai a pensare che da qualche parte esista un fantasma chiamato “fortuna” che è alibi dei perdenti ed oppio dei pusillanimi.
Nulla è mai abbastanza e per questo, da domani, è compito nostro far tesoro di ogni lezione raccolta sui campi della Sicilia, in circostanze più, meno o per niente positive.

Sarà facile dire “Milazzo merita di più”.
Tutti converremo che questo rammarico non ci appartiene, che la scelta meno rischiosa è rifugiarsi nel ricordo del bel tempo andato.
“Milazzo merita di più” ma ha avuto tantissimo da questo sodalizio, da questo allenatore, da questi calciatori e da tutta l’equipe che ruota loro intorno. Non lasciare soli gli uomini, non abbandonare mai la passione sarà il primo passo verso una nuova gloria.
Intanto grazie a chi ha reso possibile questo viaggio. Grazie ad amici, collaboratori, simpatizzanti, partner, sponsor. Grazie a chi ci ha messo del proprio per tirare avanti questo carro.
Grazie a tutti coloro che hanno dato se stessi per questi due colori, questa passione, questa città.
La storia sia gentile con tutti voi, sia generosa verso quanto di buono abbiamo conosciuto e da cui ripartiremo.
Teniamo la testa alta, con lo sguardo rivolto lì dove campeggia sempre la stessa scritta: “Forza Milazzo comunque, dovunque, sempre”. Passerà tutto meno che le ragioni della nostra missione. Svanirà tutto tranne quello che abbiamo vissuto per noi, per voi.
Avanti ancora, destinazione futuro. Non esiste sconfitta nel cuore di chi lotta.


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