Alle 10,25 del 2 agosto 1980 un’esplosione alla stazione centrale di Bologna interrompe con un tremendo bagno di sangue i preparativi per le vacanze: 85 morti e 200 feriti, questo il bilancio finale della strage più sanguinosa della recente storia italiana.
Un boato terrificante travolge tutto
Un terrificante boato squarcia l’ala sinistra dell’edificio che comprende la sala d’aspetto di seconda classe, il ristorante, gli uffici del primo piano: tutti disintegrati. Vittime di ogni età, da bambini di pochi anni a ultraottantenni.
L’arrivo dei mezzi di soccorso e dei cronisti
Arrivano decine di mezzi di vigili del fuoco, polizia, carabinieri, vigili urbani, ambulanze, Esercito.
Arrivano anche i primi cronisti che, per poter raccontare l’inferno a cui stanno assistendo, utilizzano la cabina dei controllori degli autobus sul piazzale, dove funziona l’unico telefono. Siamo nel 1980, infatti, e cellulari e Internet non esistono ancora.
L’autobus trasformato in carro funebre
Testimoni oculari riferiscono di un autobus che si trasforma in un improvvisato carro funebre per trasportare le salme all’obitorio, situato in una via vicina.
Le ipotesi investigative: in breve si intuisce la verità
Le prime ipotesi investigative prendono in considerazione lo scoppio di una caldaia, ma nel punto dell’esplosione non ce ne sono.
Una ipotesi scartata in fretta perché, nel pieno degli anni di piombo, si intuisce in poco tempo quale sia stata la vera causa: una potentissima bomba. Arriva anche, commosso e angosciato, il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, ancora una volta chiamato a contare e a piangere i morti di un attentato.
Le emozioni per i viaggiatori attuali
Per chi si trovi, anche di passaggio, alla stazione di Bologna, come più volte mi è capitato, è inevitabile fermarsi anche un solo minuto in raccoglimento davanti all’elenco di quei morti, davanti a quegli 85 nomi scritti su una lapide nella sala d’aspetto e a quell’orologio fermo sulle 10,25. E pensare a cosa devono aver provato mentre venivano travolti da una valanga di macerie e detriti in pochi istanti. E a come la stazione si sia trasformata in un inferno di lacrime, urla, polvere, passeggeri in stato di choc.
Dopo trentotto anni manca ancora la verità sulla strage
Ma dopo trentotto anni l’opinione pubblica, e soprattutto i familiari delle vittime e la città di Bologna, sono ancora in attesa di conoscere tutta la verità.
Anni di silenzi, omissioni, depistaggi e commemorazioni di politici ipocriti
Anni di silenzi, omissioni e depistaggi, conditi da commemorazioni caratterizzate dall’intervento ipocrita del politico di turno. In un Paese che si ritiene civile e democratico, e in uno Stato di diritto, tutto questo dovrebbe finire.