3 ottobre : Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione


L’Aula del Senato in data 16 marzo scorso con 143 si,9 no e 69 astenuti, ha detto sì alla Giornata nazionale in memoria delle vittime e dell’immigrazione. Il provvedimento già approvato alla Camera, diventa legge in ricordo del naufragio avvenuto il 3 ottobre del 2013.

Il percorso è nato grazie al “Comitato 3 ottobre” che lanciò una petizione sui social per la legge, raccogliendo 30 mila firme. Il Comitato 3 ottobre è una onlus costituita nel 2014 con lo scopo di istituire una data simbolica come giornata della memoria, volta alle istituzioni nazionali e internazionale affinché non ci fossero più morti nel Mediterraneo. La data scelta, quella di oggi 3 ottobre, commemora uno dei più grandi e disastrosi naufragi avvenuto il 3 ottobre del 2013, dove persero la vita su una delle tante carrette del mare, 368 morti tra donne, bambini e uomini nel Canale di Sicilia, al largo di Lampedusa. I copri vennero recuperati ed erano eritrei. Per la prima volta si mostrò al mondo intero il dramma e la storia dei naufragi che avvengono nel Mediterraneo. Una data dalla forte valenza simbolica, di rilancio e appello per l’apertura di corridoi umanitari per tutte le persone che fuggono da guerre, dittature e miseria, potenziando la ricerca in mare e creando una banca data europea del Dna per il riconoscimento delle vittime.

Oggi in Senato il Presidente Piero Grasso ricorderà nel corso di un incontro queste vittime e sull’intero territorio nazionale ci saranno eventi, incontri e dibattiti sul tema, ma sarà Lampedusa con il progetto “L’Europa inizia a Lampedusa” il fulcro, il centro nevralgico – come giusto che sia – protagonista e testimone di questi esodi biblici che stanno sconquassando le politiche europee, divise sempre più e convinte a trincerarsi nei loro confini. Qui giungeranno più di 200 studenti da tutta Italia e dall’Europa, accompagnati dai rispettivi insegnanti per confrontarsi sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione.

Dal 1 gennaio del 2016 sono sbarcati sulle coste italiane circa 300 mila persone (fonte Unhcr) e 3.498 quelli che hanno perso la vita o dispersi nel Mediterraneo.

Parlare dei migranti, contarne i morti, e chiedersi cosa possiamo fare per loro nel nostro paese, senza dimenticarsi che dietro di loro ci sono storie di famiglie sventrate, sofferenze, donne che oltre a confrontarsi con tutto questo, spesso sono vittime di abusi e violenze durante queste lunghe traversate che cominciano mesi prima, ma soprattutto con il rischio di subirne durante il viaggio e venire reclutate nel mercato del sesso. Oggi chi sbarca deve fare i conti con il sistema burocratico e legale che impedisce la libertà di movimento. Inoltre la chiusura delle frontiere con l’Austria, la Svizzera e la Francia ne rallenta oltre modo la ricollocazione. Infatti su circa 160 mila richiedenti asilo da ricollocare in Europa entro settembre 2017, solo 3.000 l’hanno ottenuto.

Questo è dovuto alle restrizioni sul territorio europeo che difatti bloccano in Italia, i richiedenti lo status di rifugiato.

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