Cinquanta anni fa il Mare della Tranquillità rappresentò il palcoscenico della prima passeggiata umana sulla Luna. Il prossimo anno si comincerà a parlare di altri due strani luoghi spaziali: Oxia Planum e Jezero Crater. Su un altro pianeta del sistema solare: Marte. Nonostante le missioni lunari si siano interrotte nel 1972 con la chiusura del programma Apollo le scoperte scientifiche e le esplorazioni sono continuate ininterrottamente in questi 50 anni permettendoci di cominciare ad esplorare anche altri corpi celesti. Senza quel primo allunaggio guardato da milioni di telespettatori in tutto il globo non si sarebbe potuto compiere quello che Neal Armstrong definì “Un piccolo passo per l’uomo, ma un balzo gigante per l’umanità.”.
La sfida USA-URSS e la corsa allo spazio
La definizione “corsa allo spazio” ha rappresentato al contempo un capitolo dell’esplorazione spaziale del Novecento e uno degli aspetti che assunse la Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Nel periodo compreso tra il 1957 e il1975, cercando di prevalere l’uno sull’altra, le due superpotenze si sfidarono nella rincorsa a sempre maggiori conquiste e successi spaziali nel lancio di missili, satelliti e infine nella conquista della Luna. Già il 4 ottobre 1957 veniva lanciato dall’Urss il primo satellite artificiale, lo Sputnik e immediatamente dopo il primo essere vivente, la cagnolina Laika. In risposta gli USA inviarono il loro primo satellite artificiale: l’Explorer. Ma fu ancora l’Unione Sovietica a stupire il mondo inviando il 12 aprile 1961, a bordo della Vostok 1, il primo uomo nello spazio, Juri Gagarin. Solamente un mese dopo gli USA fecero altrettanto con Alan Shepard a bordo della Mercury 3 impegnandosi a elaborare programmi sempre più arditi. Un altro duro colpo fu inferto ancora dai sovietici che nel 1963inviarono per ben tre giorni in orbita Valentina Tereskova.
La missione Apollo 11
L’impresa cominciò nel 1962 quando il presidente John Fitzgerald Kennedy annunciò il piano per far arrivare il primo uomo sulla Luna entro “la fine del decennio”. Con un costo stimato in 25 miliardi di dollari (equivalenti a 180 miliardi di oggi), e il lavoro di 400.000 donne e uomini della NASA, compresi l’ex gerarca nazista Wernher Von Braun, lo scienziato ideatore dei razzi V2, e personaggi come Margaret Hamilton che progettò il software per il viaggio dell’Apollo 11 aiutata da un regolo e da una lavagna iniziava la conquista americana della Luna. Tuttavia l’esordio del programma risultò tragico: nel 1967 i tre astronauti dell’Apollo 1 morirono in un incendio durante un’esercitazione sulla rampa di lancio. Ma tra marzo e maggio 1969 la marcia di avvicinamento statunitense alla Luna fece passi fondamentali. Le missioni apollo 9 e 10 furono il preludio positivo alla missione Apollo 11 che porterà Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins a toccare il suolo lunare. Il 16 luglio sulla rampa di lancio di Cape Canaveral in Florida, il gigantesco razzo Saturn V, il più potente mai progettato, era pronto per portare in orbita e spingere successivamente verso la Luna i tre astronauti.
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L’allunaggio
Raggiunta l’orbita lunare Neil Armstrong e Buzz Aldrin lasciarono il terzo collega, Michael Collins, nel modulo di comando trasferendosi nel modulo che li avrebbe fatti allunare. Il 20 luglio 1969 il Modulo Lunare si posò sulla superfice del satellite e qualche ora dopo Armstrong aprì il portellone uscendo fuori. Le immagini che accompagnarono la scena sono diventate virali e un documento conosciuto in tutto il globo così come le prime parole pronunciate da Armstrong: “That’s one small step for [a] man, one giant leap for mankind.”. Erano le prime ore del 21 luglio in Italia e la diretta TV era commentata da Tito Stagno che in giacca e cravatta anticipò tutti con le sue parole: “Ha toccato!”.
Per la prima volta nella storia dell’umanità l’uomo aveva messo piede su un corpo celeste differente dalla Terra e così si era raggiunto il vertice per ciò che riguardava le scienze e la tecnica dell’Homo Sapiens.