“L’italiano usato in queste pagine per raccontare – riferisce l’autore –  “è vocabolario aggiunto, adatto alla mia indole appartata.Lingua lenta di parole piane, è opposta all’altra sbrigativa, di parole tronche. L’italiano stava per me nei libri, silenzioso, spazioso, di entroterra. Il napoletano era portuale, carico di salsedine. Dove il napoletano scortica, l’italiano allevia.