Addio al ‘dottor’ Gregoretti. Il ricordo commosso del Suor Orsola dove era stato tra i pionieri della nascita dei corsi di studi in Scienze dello Spettacolo e dove aveva coronato ‘honoris causa’ il sogno della tanto agognata laurea
Comunicato Stampa
“Lo ricordo con le braccia alzate e l’emozione nel cuore con cui ad ottant’anni suonati ha celebrato, con la gioia di un fanciullo, l’agognato traguardo del conseguimento di una laurea che aveva inseguito per una vita intera”. Così Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, ricorda con profonda commozione il regista Ugo Gregoretti, scomparso oggi a Roma all’età di 88 anni, dopo oltre 60 anni di lavoro dedicato al cinema e alla televisione.
Gregoretti al Suor Orsola era stato nel 2004 uno dei pionieri della nascita del comparto di studi specialistici dedicati alle Scienze dello spettacolo, oggi diventati un percorso di alta formazione con il Master in Cinema e Televisione diretto dal produttore Nicola Giuliano. Al Suor Orsola Gregoretti aveva accompagnato il battesimo nel 2009 del primo corso di laurea italiano che metteva insieme “Imprenditoria e Creatività” per cinema, teatro e televisione e lo aveva presentato lui stesso al Ministero per i Beni e le Attività Culturali insieme a Giovanni Minoli ed ai tanti docenti illustri del mondo del cinema e della televisione che il Suor Orsola aveva schierato per la nascita del nuovo corso. Ancora per il ‘suo’ Ateneo Gregoretti era stato in prima fila nella Biblioteca del Quirinale nel 2013 per la ‘celebrazione’ dell’Università Suor Orsola Benincasa con la presentazione in anteprima nazionale del volume “Le Savoir sur la falaise” che racconta cinque secoli di luoghi e storie della cittadella di Suor Orsola con le fotografie di Mimmo Jodice e i contributi di autorevoli studiosi (da Marino Niola a Gae Aulenti, da Piero e Benedetta Craveri a Cesare De Seta, da Elena Croce a Pier Luigi Rovito).
Tra i meandri della cittadella di Suor Orsola Gregoretti si sentiva a casa. Lui sposato con Fausta Capace Minutolo, discendente di una delle storiche famiglie della nobiltà napoletana legatissima a quella Principessa di Strongoli, Adelaide del Balzo Pignatelli, che fu la fondatrice delle scuole e del Magistero del complesso di Suor Orsola, ed a cui è oggi dedicato un complesso di sale e biblioteche all’interno dell’Ateneo. Sale e aule studio che Gregoretti a Napoli ha frequentato per oltre 10 anni, “ogni volta con la passione del primo giorno di lezione”, come ricorda Luigi Barletta, suo primo collaboratore nel Laboratorio di sceneggiatura al Suor Orsola e regista de “Il favoloso mondo di G”, il documentario che racconta la carriera di Gregoretti come regista cinematografico e televisivo.
Una carriera coronata il 16 Gennaio del 2014 proprio al Suor Orsola con la laurea honoris causa in Imprenditoria e Creatività per Cinema, Teatro e Televisione con una doppia e prestigiosa laudatio affidata a Mario Martone e Marino Niola. “Roma me genuit, Neapolis rapuere, nunc tenet Suor Orsola. Può essere questa la sintesi del mio percorso di vita che approda oggi alla lusinghierissima laurea honoris causa che avrebbe reso felice il mio amato padre che non si era mai rassegnato all’idea che non fossi diventato dottore, nonostante che il mio nome cominciasse ad apparire sulle pagine dei grandi quotidiani e non più soltanto del Bollettino dei protesti”. Così con la sua straordinaria ironia Gregoretti celebrò quel giorno l’agognato traguardo ripercorrendo il suo tormentato rapporto con gli studi accademici. “Tre facoltà universitarie abbandonate, ciascuna al profilarsi degli esami più onerosi. Messo in fuga da Architettura da analisi matematica, da Giurisprudenza da Istituzioni di Diritto Privato, da Lettere Moderne dal Latino orale e scritto. Da allora ad oggi è passato mezzo secolo, durante il quale ho continuato a lavorare intensamente, a inventare a sperimentare, a ricevere complimenti ma anche critiche feroci”. Una vita dedicata al cinema. Con un film sulla sua vita lasciato come testamento proprio in quella lezione al Suor Orsola. Quando quel ragazzino di 83 anni che in Italia aveva fatto la storia del cinema e della televisione divenne finalmente anche dottore.