Albania, duri scontri in piazza a Tirana


Ieri la capitale dell’Albania, Tirana, è stata teatro di durissimi scontri tra le forze dell’ordine della Guardia Repubblicana e i manifestanti dell’opposizione di centro-destra guidati da Lulzim Basha (Partito democratico). All’origine delle proteste la richiesta delle dimissioni dell’attuale premier Edi Rama (Partito socialista d’Albania) e un governo di transizione che prepari elezioni anticipate.

 

L’escalation della tensione

L’inizio dell’escalation delle violenze si è avuta quando alcuni manifestanti hanno lanciato bombe molotov e pietre all’ingresso dell’edificio del palazzo del Governo. Da qui, lo scontro violento con la polizia che ha dovuto utilizzare idranti e gas lacrimogeni. Durante la violenza degli assalti, intervallati da lancio di sassi, è stata danneggiata, come riporta l’ANSA, anche l’opera dell’artista contemporaneo belga Carsten Holler. Almeno 5 poliziotti sono rimasti feriti durante gli scontri e molti manifestanti hanno accusato problemi respiratori a causa del lancio di lacrimogeni.

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L’offensiva dell’opposizione

Edi Rama, premier in carica dal 2013 e il cui Partito socialista ha vinto le elezioni del 2017, aveva annunciato che non si sarebbe trovato a Tirana durante le proteste. Rama è regolarmente paragonato a Nicolas Maduro, e molte volte il malcontento era esploso, ma la manifestazione di ieri è stata probabilmente la più massiccia degli ultimi 30 anni. Per l’ex premier, e attuale guida delle proteste, Sali Berisha (Partito democratico), quello di Rama è un “governo di banditi e narcotrafficanti”. Ciò che viene denunciato dell’attuale governo è la violazione massiccia delle regole elettorali denunciata dalla comunità internazionale nel rapporto dell’Osce secondo cui il 20% dei casi il voto è stato comprato e contro il “narco-stato che comanda in Albania”. Quello che l’opposizione chiede è la creazione di un governo provvisorio con l’incarico di preparare elezioni libere. Nel programma dell’opposizione ci sono misure volte all’integrazione europea e la fine della semi-dittatura.

 

Le violenze e gli scontri che hanno tenuto Tirana in ostaggio per più di quattro ore sono terminate al richiamo di lasciare la piazza, con la promessa di ritornarci giovedì. Nel frattempo il Presidente della Repubblica, Ilir Meta, ha lanciato un appello per calmare gli animi, ricordando che “i cittadini devono poter manifestare liberamente ma rispettare le istituzioni.

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